Il retroscena è venuto fuori grazie al quotidiano 20 Minutes. Il video è stato diffuso dal comico francese Yann Stotz, che intendeva realizzare una gag per sottolineare l’assonanza tra le due parole.
Il video è diventato virale. Ma la scena mostrata, oltre a essere di cattivo gusto, era anche un fake creato ad arte. Il filmato visto da milioni di persone durante le feste di Natale ha per protagonista un nonno che confonde la parola Minecraftcon Mein Kampf e, al posto del noto videogioco, regala al nipotino il saggio del 1925 di Adolf Hitler. «Ma cos’è questo?», chiede una voce fuori campo.
La vera storia che sta dietro al video è venuta fuori grazie al quotidiano 20 Minutes. Tutto nasce da un’idea del comico franceseYann Stotz, che ha diffuso le immagini in Rete e che intendeva realizzare una gag per sottolineare l’assonanza tra le due parole. «Tre anni fa ho regalato a mio figlio una copia di Minecraft», ha spiegato Stotz, «e ho pensato: “è divertente che suoni simili a Mein Kampf“. Così quest’anno ho stampato una copia della copertina e l’ho incollata sopra a un libro di Jules Verne per girare il video».
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Il gip, secondo il quotidiano La Nazione, avrebbe motivato la sua decisione affermando che «non ci sarebbero gli estremi del reato di propaganda e istigazione all’odio razziale, ma solo una rilettura storica e apologetica della figura di Hitler».
ANNUNCIATO IL RICORSO AL TRIBUNALE DEL RIESAME
La procura di Siena farà ricorso al Tribunale del Riesame. I pm si appellano alla legge Fiano e all’articolo 604 bis del codice penale, che punisce «propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa». L’ateneo toscano, da parte sua, per limitare i contatti del prof con gli studenti lo ha sospeso dalle sessioni d’esame. Gli studenti che si erano iscritti sosterranno la prova con un sostituto.
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Il procuratore del capoluogo toscano ha dato mandato alla polizia postale di bloccare in via preventiva l'account del docente. Aperto un fascicolo per propaganda e istigazione a delinquere per motivi razziali.
Il procuratore di SienaSalvatore Vitello ha disposto il sequestro preventivo del profilo Twitter del professor Emanuele Castrucci e l’oscuramento dei tweet a sostegno di Hitler. Per l’esecuzione di entrambi i provvedimenti, di cui parla la Nazione e il Corriere della Sera, è stata data delega alla polizia postale. La procura ha aperto un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, aggravata da negazionismo.
LA DIFESA DEL RETTORE FRATI: «MAI SEGNALATI I PRECEDENTI»
La vicenda, innescata il 1 dicembre con la segnalazione di alcuni tweet apertamente nazisti, ha avuto ripercussioni in tutta l’Università di Siena, dove insegna Castrucci. In particolare qualche voce polemica si è alzata contro il rettore Francesco Frati che in un primo momento aveva scaricato ogni responsabilità sul docente salvo poi inasprire i toni con un comunicato molto duro che ne chiedeva il licenziamento. Il 3 dicembre il rettore ha difeso ancora la sua posizione: «A me nessuno studente aveva segnalato questi casi», ha spiegato ai giornalisti che gli chiedevano se avesse in passato ricevuto già segnalazioni su Emanuele Castrucci. «Anche io leggendo indietro i tweet del professore», ha proseguito Frati, «sono rimasto abbastanza sconvolto, si tratta di una escalation. Alla luce di quello che abbiamo letto sicuramente qualche mese fa avremmo potuto capire che c’era qualcosa di strano, ma si trattava di tweet molto meno virulenti di quello clamoroso pubblicato due giorni fa».
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Si chiama Emanuele Castrucci, insegna Filosofia del diritto e sostiene che il Führer abbia «difeso l'intera civiltà europea». L'ateneo prima bolla le sue parole come opinioni personali, poi annuncia provvedimenti.
Un tweet pro Hitler pubblicato sul proprio profilo social. Il protagonista è un docente dell’università di Siena, il professor Emanuele Castrucci, che nell’ateneo toscano insegna Filosofia del diritto. «Vi hanno detto che sono stato un mostro per non farvi sapere che ho combattuto contro i veri mostri che oggi vi governano dominando il mondo», si legge in un tweet accompagnato da una foto di Adolf Hitler. Sempre sul suo profilo il docente aggiunge: «Hitler, anche se non era certamente un santo, in quel momento difendeva l’intera civiltà europea».
Le parole di Castrucci sono state segnalate da alcuni utenti, tra cui il giornalista del Foglio Luciano Capone. Commenti critici si sono levati anche per la iniziale presa di posizione, ritenuta troppo lieve, del rettore di Siena Francesco Frati. «Il professor Castrucci scrive a titolo personale e se ne assume la responsabilità», è stata la replica del rettore a un tweet del giornalista di Sky Marco Congiu. «L’università di Siena, come dimostrato in molteplici occasioni, è dichiaratamente anti-fascista e rifugge qualsiasi forma di revisionismo storico nei confronti del nazismo».
I toni dell’università e del suo rettore si sono fatti più duri in un comunicato arrivato a stretto giro, in cui Frati ha condannato «con fermezza» le parole del docente: « Le vergognose esternazioni del prof. Castrucci offendono la sensibilità dell’intero Ateneo; ho già dato mandato agli uffici di attivare provvedimenti adeguati alla gravità del caso».
Sulla questione è intervenuta anche la vice ministra dell’Istruzione Anna Ascani in un post su Facebook: «Davvero inquietante che un professore si abbandoni ad espressioni di esaltazione del nazismo e dell’antisemitismo. Nella scuola e nell’università italiana non può esserci spazio per simili inaccettabili espressioni. La scuola e l’università sono infatti da sempre fortemente legati ai valori della Costituzione che, lo ricordiamo, è anti-fascista».
Il professore si vergogni e chieda scusa
Anna Ascani, vice ministra dell’Istruzione
E ancora: «Simili aberranti esternazioni, non solo sono lesive dei valori educativi che ispirano la scuola e l’università, ma non possono e non devono ricevere legittimazione nel nostro Paese da parte di nessuno, tanto meno di un professore. La scuola e l’università condannano da sempre il nazismo e l’antisemitismo in tutte le sue forme. Il professore si vergogni e chieda scusa».
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Donne, estremiste di destra, qualcuna pronta ad armarsi o armata. Quasi tutte molto attive sui social. Ha fatto il giro..
Donne, estremiste di destra, qualcuna pronta ad armarsi o armata. Quasi tutte molto attive sui social. Ha fatto il giro del mondo l’immagine della “Miss Hitler” Francesca Rizzi, 26enne del Milanese, rappresentante dell’Italia al raduno di neonazisti di Lisbona dello scorso agosto. La biondissima militante di Autonomia nazionalista, nel sottobosco lombardo dell’estrema destra, con aquila e svastica tatuati sulla schiena ed esibiti in Rete, era stata proclamata «l’ariana più bella del mondo» a un concorso del Facebook russo, Vk. Contenitore e valvola di sfogo della galassia internazionale nazifascista. Francesca non aveva peli sulla lingua sui «giudei maledetti», «subumani che devono sparire dalla faccia della terra».
LA SERGENTE HITLER
Come la “sergente maggiore Hitler” Antonella Pavin, madre e impiegata incensurata della rete sgominata dalla Digos e dall’antiterrorismo intenzionata a ricostituire il Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori. Pavin, 48enne del Padovano, afferma convinta che «non esistevano le camere a gas» e che «ad Auschwitz e negli altri campi di concentramento c’erano le piscine». Sui social postava di dar fuoco ai nomadi. E sempre su Vk se la prendeva con i «froci» del gay pride, «la cosa più schifosa è che ad appoggiare questi rifiuti c’erano anche famiglie. E poi la gente mi critica perché sono nazista» vergava. «Lo sarò fino alla morte perché quando morirò sarò contenta di aver ripulito il mondo. Sempre Heil Hitler e rogo per gli infami».
«SOLO FRASI IN LIBERTÀ»
Ora quei post sono cancellati. Gli account di Francesca, Antonella e degli altri 19 neonazisti indagati bloccati. Le loro case perquisite, uno di loro arrestato per detenzione di un fucile a pompa e munizioni da guerra. Nell’armamentario di Pavin c’era un volantino di minacce contro il deputato del PdEmanuele Fiano, ebrei figlio di un deportati ad Auschwitz, tra i bersagli con Liliana Segre e Laura Boldrini degli anatemi deliranti delle fan di Hitler. Dicono adesso, «soltanto frasi scritte in libertà, che non fanno male a nessuno». In realtà, traspare dalle intercettazioni, ben consce ai tempi di poter essere attenzionate e prudenti nel fare apparire quelle foto e quelle frasi su Facebook. Le due donne di punta della rete si consignavano su come non essere oscurate.
Franziska è il volto da copertina della rivista tedesca dell’estrema destra è Arcadi
LE GRANATE E LE ROSE
Come altre donne delle cosiddette nuove destre, Francesca e Antonella avevano un ruolo mediatico o di coordinamento. Una minoranza che, anche nel sottobosco europeo e dei suprematisti bianchi americani, cresce per visibilità alle sfilate, accanto agli uomini, e nel reclutamento e nela propaganda in Rete. In Germania il fenomeno è diventato evidente con le coppie di neonazi apparse insieme alle recenti parate nell’Est, e tra i cortei di ragazzi identitari dell’estrema destra austriaca. Il volto da copertina della rivista tedesca dell’estrema destra è Arcadi, rivolta ai giovani, è la 22enne Annika Stahn, studentessa di Germanistica e patriota. Franziska sui social network e sul suo blog Radikal femininche ha come logo una granata e una rosa.
LE INFLUENCER NERE
I suoi account – seguitissimi dalle community – su Facebook e Twitter sono stati bloccati. Il blog delle granate e delle rose non è aggiornato dal 2018, ma i post e i video del credo restano disponibili. Franziska mantiene un aspetto esteriore più puro della miss Hitler italiana: niente tatuaggi e trucco leggerissimo. Il modello proposto è di «femmine anti-femministe». Radicali perché attratte da famiglie antiche, con molti figli, e da ambienti bucolici da Arcadia, ripuliti dagli immigrati e da altre contaminazioni. Le “influencer nere” sono religiose, parlano degli autori e del genere fantasy nel pantheon delle estreme destre. E di come entrare nell’esercito. Di guerra agli immigrati e a quelle che chiamano teorie del gender.
LA FAN ALT RIGHT DI SALVINI
Tra Twitter e Instagram conserva più 150 mila follower l’americana trapiantata a Vienna Brittany Pettibone, 27enne eroina dell’alt right e gran fan del rosario di Matteo Salvini («what a man»). Pettibone resiste su Twitter, perché modera abbastanza i toni nonostante sia l’esempio della trasversalità delle estreme destre: reti locali, o nazionali, che si frequentano e si intrecciano in un sottobosco internazionale in espansione grazie al sommerso del deep web. Pettibone, l’influencer californiana «pro bianchi» e pro Steve Bannon, che si è costruita un nome negli Usa, è la compagna del leader delMovimento identitario austriaco (Ibö) Martin Sellner, 30enne viennese, frequentatore di ambienti neo-nazisti dall’adolescenza.
Far uscire allo scoperto, nei video e ai comizi, le militanti femminili è parte del marketing del Movimento identitario
Tra Twitter e Instagram conserva più 150 mila follower l’americana trapiantata a Vienna Brittany Pettibone, 27enne eroina dell’alt right e gran fan del rosario di Matteo Salvini («what a man»). Pettibone resiste su Twitter, perché modera abbastanza i toni nonostante sia l’esempio della trasversalità delle estreme destre: reti locali, o nazionali, che si frequentano e si intrecciano in un sottobosco internazionale in espansione grazie al sommerso del deep web. Pettibone, l’influencer californiana «pro bianchi» e pro Steve Bannon, che si è costruita un nome negli Usa, è la compagna del leader delMovimento identitario austriaco (Ibö) Martin Sellner, 30enne viennese, frequentatore di ambienti neo-nazisti dall’adolescenza.
LE MILITANTI IN PRIMA LINEA
Anche Sellner, studente di filosofia, attraverso Brittany ha intessuto relazioni con l’alt right dei suprematisti americani. Nonostante da quest’anno, come dal 2018 nel Regno Unito, gli sia stato vietato l’ingresso negli Usa, a causa di trascorsi ammessi e reiterati: le svastiche, da 17enne, disegnate sulle sinagoghe, poi i pellegrinaggi ai memoriali della Wehrmacht con i neonazi e gli scontri con gli attivisti di sinistra. Non ultima, nel 2019, la perquisizione dell’appartamento e il sequestro di pc e telefoni, per le indagini su una sospetta organizzazione terroristica. Eppure Sellner continua a essere la star dei giovani identitari nell’area tedesca: far uscire allo scoperto, nei video e ai comizi, le militanti femminili è parte del marketing del suo movimento.
“REBELLANIE” E CASAPOUND
La pagina Facebook in tedesco “Donne e ragazze identitarie” – bloccata – contava più di 6 mila iscritte alle discussioni. Ma su Vk amico, sui gruppi Whatsapp e sulle piattaforme video continuano ad attrarre audience identitarie come la tedesca Melanie Schmitz, alias Rebellanie, 25enne fotografata con davanti a una bandiera di CasaPound, o come l’austriaca Alina Wychera ,che sotto lo pseudonimo Alina von Rauheneck ha diffuso il video “Proteggere l’Europa” per il presidente della Repubblica. Come il Movimento identitario, in Italia anche CasaPound manda avanti delle militanti: le donne sono circa il 21% degli esponenti, tra loroMaria Bambina Crognale è stata una leader del progetto di sindacato. Carlotta Chiaraluce, 35enne coordinatrice romana di CasaPound è una delle donne più in vista del movimento, come l’alter ego milanese Angela De Rosa.
LE AUSILIARIE PRO EVA BRAUN
Da anni Forza Nuova, a cui erano vicino o legati Pavin e altri indagati sul tentato Partito nazionalsocialista italiano, ha una sezione femminile. Tra le iscritte, appena il 12% tra i neofascisti di Roberto Fiore, spicca la candidata alla Camera Desideria Raggi (per il “reddito di maternità”). Altre reti italiane di donne di estrema destra sono, al Nord, il Servizio ausiliario femminile (dall’omonima sezione nella Repubblica di Salò), dei neonazi dei Dodici raggi(un simbolo delle Ss), dove le naziskin stampano e diffondono volantini con Eva Braun. E le sempre più aggreganti Identitarie, il ramo femminile dei giovani identitari guidato da Eleonora Pamphili. Gruppi ben collegati tra loro perché molto solidali – ma solo tra donne bianche e molto intolleranti.
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