Per i Sussex strappo anche nella comunicazione

Da qualche mese Meghan e Harry si sono affidati alla Sunshine Sachs. Società statunitense che tra i suoi clienti ha Di Caprio, la famiglia Jackson e Jennifer Lopez. Ed è esperta in crisi di immagine.

La scissione da Buckingham Palace è ormai compiuta: Harry e Meghan, i duchi del Sussex, sono pronti a trasferirsi dall’altra parte dell’Atlantico verso – dicono – la libertà economica. E pure la comunicazione.

Il divorzio dalla Corona è stato uno strappo impegnativo da gestire anche per la 93enne Elisabetta II a cui i due, sposati nel 2018 e genitori di Archie (un anno il prossimo maggio), hanno comunque assicurato «continuo sostegno».

Ma anche per William, il fratello maggiore di Harry e secondo in linea di successione al trono dopo Carlo. In una intervista al Sunday Times il duca di Cambridge ha vuotato il sacco: «Ho tenuto il braccio sulle spalle di mio fratello per tutta la vita», ha detto, «adesso non posso più farlo, siamo entità separate».

LA BATTAGLIA CONTRO I TABLOID E L’ADDIO AL ROTA ROYAL

La rottura con The Firm (la Corona) – resta da capire se si tratterà di una soft o di una hard Megxit – segue quella con la stampa britannica su cui pesa ancora lo spettro della morte di Lady D. Non è un caso che Harry abbia combattuto l’insistenza dei tabloid sulla moglie: prima a parole e poi in tribunale. A ottobre è arrivato l’annuncio dell’azione legale della coppia contro il Sun, il Daily Mirror e il domenicale del Mail: accusati rispettivamente di hackeraggio telefonico, pubblicazione di audio privati e di una lettera scritta da Meghan a suo padre.

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Una battaglia solitaria, seppur nei ranghi della Casa Reale, in linea con l’altra decisione, arrivata ora: l’addio al Rota Royal. Si tratta del sistema che da 40 anni gestisce le immagini, le dichiarazioni e la copertura di eventi di tutti i membri dei Windsor.

Una battaglia solitaria, seppur nei ranghi della Casa Reale, in linea con l’altra decisione, arrivata ora: l’addio al Rota Royal. Si tratta del sistema che da 40 anni gestisce le immagini, le dichiarazioni e la copertura di eventi di tutti i membri dei Windsor.

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Nel circuito ci sono le principali testate britanniche (tra cui quelle accusate di scorrettezze) che poi a loro volta condividono il materiale con altri media internazionali. Ebbene, questo è il punto. I due credono in «un’industria dei media libera, forte e aperta, che sostiene l’accuratezza e favorisce l’inclusione, la diversità e la tolleranza». Ma, spesso – sostengono – le cronache dei corrispondenti accreditati sono state manipolate, con un effetto altoparlante globale.

IL RAPPORTO DIRETTO CON IL PUBBLICO

I duchi hanno già la soluzione: ed è il fai-da-te. L’obiettivo dichiarato è il filo diretto – in sintonia con la connessione no stop – con il pubblico. Senza i filtri dei protocolli reali, e senza l’esclusiva con il Rota che imponeva di fatto lo stop alla diffusione di qualsiasi contenuto in modo autonomo. E infatti anche l’addio è stato pubblicato come messaggio personale sul loro sito web ufficiale Sussexroyal.com rilanciato subito sull’omonimo account Instagram (certificato) con quasi 11 milioni di follower.

Ad accompagnare le parole sul sito la loro foto mano nella mano, sguardo complice di lui verso lei, entrambi in movimento. Avanti, verso il futuro. Le pose si ripetono simili in altri contesti: boschi, incontri di beneficenza e viaggi nei Paesi del Commonwealth. Colori tenui, grafica semplice ed elegante, tra le tre sezioni c’è spazio (ancora) per «Serving the monarchy», servire la monarchia. Come in qualsiasi sito di un’organizzazione o di una società c’è poi la sezione Faq, le domande frequenti. Soprattutto l’addio e le relazioni con i media. È qui che Harry e Meghan affermano di voler coinvolgere giovani giornalisti esordienti, di voler diversificare la copertura degli eventi in cui sono protagonisti, ancora con «cronache obiettive». Rivendicando la gestione dei canali social, travolti in pochi giorni dai meme e i post a tema. Twitter, su tutti, è stato invaso dagli hashtag #HarryandMeghan e #Megxit.

Il matrimonio di Harry e Meghan, il 19 maggio 2018 (Getty Images).

L’AIUTO DELLA SUNSHINE SACHS

Ovviamente non sono soli. Da settembre la coppia si è affidata per la comunicazione a una prestigiosa agenzia americana, la Sunshine Sachs con sedi a New York, Washington e ovviamente Los Angeles che deve il suo nome all’omonimo fondatore, Ken, ora 71enne, amico dei Clinton. Una vecchia conoscenza di Meghan che all’agenzia aveva affidato già in passato la sua immagine, quando era protagonista della serie Suits. Nel portfolio dell’agenzia più vip che politici o celebrità. Da Naomi Campbell a Leonardo Di Caprio, da Jennifer Lopez alla famiglia di Michael Jackson. Non una scelta qualsiasi: perché il Pr (e il suo staff di professionisti) è esperto nell’affrontare crisi di immagine ed è conosciuto per le sue strategie aggressive. Più che utilizzare i media, il patron aveva più volte dichiarato che si possono anche «colpire». Ufficialmente la Sunshine Sachs si occupa di pubblicizzare le attività benefiche dei Sussex in Usa, ma pare abbia anche seguito per Meghan la direzione della September Issue di British Vogue: iniziativa che era stata bollata nel Regno Unito come troppo hollywoodiana.

LE ACCUSE DI AVER MODIFICATO WIKIPEDIA

Ma non è finita qui. Nel 2015 la squadra della Sunshine era stata accusata di aver modificato Wikipedia in modo scorretto. Qualche manina aveva ripulito le voci dei clienti da qualche macchia o fatto da nascondere. Uno stile apparentemente distante da quello dei duchi di Sussex, almeno finora.

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I reprobi della Royal Family, da Edoardo VIII a oggi

Abdicazioni, rinunce, scandali: i terremoti che hanno scosso la famiglia reale britannica prima del caso Harry e Meghan.

Fra abdicazioni, rinunce e allontanamenti, la famiglia reale britannica può allineare più di un precedente, nella storia moderna, della presa di distanza annunciata l’8 gennaio dai duchi di Sussex, Harry e Meghan; seppure in contesti e circostanze assai diverse fra loro. Eccone una lista, da Edoardo VIII a oggi, passando per la compianta Lady D.

EDOARDO VIII

Fu indubbiamente il protagonista della vicenda più grave mai capitata in casa Windsor, per la portata dei fatti, l’impatto sui tempi, il contesto storico drammatico e il suo ruolo di sovrano regnante, non di semplice principe cadetto come Harry. Nato con il nome di David, fratello maggiore del padre di Elisabetta II, il futuro Giorgio VI, Edoardo – in seguito sospettato pure di simpatie filo naziste – rinunciò al trono nel 1936 per sposare la borghese Wallis Simpson, americana e divorziata al pari di Meghan Markle, ma in un mondo diverso; un gesto romantico e folle, nella percezione dell’epoca, che né il governo né la Chiesa di Stato anglicana poterono accettare e che causò uno scandalo enorme, al punto da mettere a repentaglio il futuro medesimo della dinastia e dell’istituzione monarchica.

LADY DIANA

Madre del principe Harry (e del fratello maggiore William), fu al centro di un distacco dalla Royal Family consumatosi in due tempi, prima di tramutarsi in un autentico terremoto per la corte e per la regina Elisabetta al momento della morte prematura della ‘principessa del popolo’. Nel 1993 il primo passo fu quello di un suo allentamento degli impegni ufficiali di corte – un po’ come quello annunciato dai duchi di Sussex – dopo il clamoroso suo divorzio (inizialmente presentato come “amichevole”) dal principe Carlo. Nel 1996 il secondo fu invece la revoca di ogni incarico residuo di rappresentanza, con annessa perdita del titolo di Sua Altezza Reale, ordinata dalla sovrana dopo la messa in scena pubblica in tv delle recriminazioni coniugali contro l’erede al trono.

FERGIE

Sarah Ferguson, duchessa di York, fu a sua volta al centro, nel 1996, di uno scandaloso divorzio condito da tradimenti incrociati dal principe Andrea, fratello minore di Carlo e terzogenito della regina e di Filippo duca d’Edimburgo; messa da parte quasi subito dal casato a causa degli imbarazzi provocati, in quello che la regina ebbe a definire il primo “annus horribilis” del suo lungo regno, Fergie la Rossa continuò del resto anche in seguito a farsi parlare dietro. Fra sospetti di affarucoli spregiudicati, con tanto di presunti tentativi di sfruttamento del ‘brand’ reale. Salvo riavvicinarsi più di recente ad Andrea e alla famiglia regnante, al fianco delle figlie Beatrice e Eugenie, nipoti molto amate da Elisabetta II.

ANDREA, DUCA DI YORK

Il suo ritiro dalla scena pubblica è un fatto di poche settimane fa e non è stato volontario. Bensì un benservito imposto da circostanze di opportunità (e deciso dalla regina su pressione di Carlo, secondo alcuni media) in seguito al riemergere delle denunce sui vecchi rapporti di frequentazione dell’ex marito di Fergie con Jeffrey Epstein: il miliardario Usa, amico di molti ricchi e potenti, accusato di abusi sessuali su ragazze giovani e giovanissime e morto infine in un carcere americano, ufficialmente suicida.

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Il grande (e rischioso) fuck you dei Sussex alla Corona

I ribelli Harry e Meghan danno il benservito alla Regina e corrono incontro alla loro libertà. Al secondogenito di Carlo auguriamo ogni bene. Anche se al suo posto non avremmo mai scambiato la solidità di una Royal family con la volubilità di una moglie inquieta.

Potendo sostituire il comunicato ufficiale a firma “Duca e Duchessa del Sussex”, forse avrebbero più semplicemente e italicamente scritto «andate tutti affanculo».

Che è un po’ il senso manifesto della fuga di Harry & Meghan, i cui nomi si intrecciano in un logo da coppia dannata, come quelli di Bonnie & Clyde o, più regalmente, come quelli degli antenati Edward & Wally, anch’essi in fuga, circa 80 anni fa, dalle pesanti regole della corte britannica.

HARRY E MEGHAN IN FUGA COME NE IL LAUREATO

Harry & Meghan gettano alle ortiche i privilegi regali, l’appannaggio, quella vita insulsa fatta di sorrisi di circostanza, visite ai centri di beneficenza, fingendosi interessati ai disegni di bambini disagiati delle periferie, partecipazioni a eventi e cerimonie pompose, in cui offrirsi ai flash dei fotografi per poi finire su giornali che criticheranno il tuo abito, le tue scarpe, il trucco, la smorfia involontaria. Tutta roba che William & Kate si sciroppano senza troppo disagio, ma tant’è: sarai il re d’Inghilterra? E allora beccatela tu questa vita del cavolo. Noi diciamo no e ce ne andiamo, come la coppia de Il laureato che abbandona le famiglie furibonde con un palmo di naso, per salire su un autobus sgarrupato e andare incontro alla libertà e al vero amore.

Archie non crescerà tra maggiordomi e istitutrici e non sarà perseguitato dai fotografi mentre va all’asilo o a pattinare

Naturalmente, non ci saranno autobus scalcinati nella vita di Harry & Meghan, che possono contare sulla rendita milionaria del giovane rampollo della casa reale. Ma fanculo pure alla rendita, i due dichiarano che diventeranno indipendenti, andranno a lavorare. Lei come attrice, si suppone. Lui chissà, forse cooptato nel consiglio di amministrazione di una multinazionale, oppure impegnato a finanziare qualche centro di ricerca per la salvezza del Pianeta. Il loro bambino, Archie, non crescerà tra maggiordomi e istitutrici, non imparerà a camminare dentro saloni affrescati, su tappeti persiani di otto per otto metri, non sarà perseguitato dai fotografi mentre va all’asilo, a scuola, a pattinare.

UNO STORYTELLING INFINITO

La monarchia britannica si conferma un generatore di storytelling senza pari, tanto da fornire in tempo reale nuovo materiale per gli sceneggiatori della serie The Crown, così come le dimissioni di papa Ratzinger hanno generato fiction su fiction. Se poi ci aggiungiamo Bill Gates che ha dichiarato: «Sono troppo ricco, voglio pagare più tasse», allora qui si profila un’abdicazione dell’élite mondiale dal proprio ruolo. Proprio qualche sera fa, alla cerimonia dei Golden Globe, il comedian inglese Ricky Gervais aveva ammonito i divi del cinema: «Voi non sapete nulla della vita reale, quindi non fate discorsi politici, non siete credibili, ritirate il vostro piccolo premio, ringraziate, e andate via». Harry & Meghan, divi anche loro, rinunciano ai loro privilegi per guadagnare una vita reale e dunque forse una credibilità, davanti al mondo, e prima ancora davanti a se stessi. 

Cinicamente, chi ha più esperienza di matrimoni non scambierebbe mai la solidità di una Royal family con la volubilità di una moglie inquieta

Il semplice fatto di nascere come secondo figlio, dopo William, e risultare perciò attualmente solo sesto nella successione al trono, concede a Harry la libertà di fare questa scelta radicale. Non avrà più protezioni, se ne andrà solo nel mondo insieme a Meghan. Gli auguriamo ogni bene, però al suo posto non l’avremmo mai fatto. Ma solo perché, cinicamente, abbiamo più esperienza di matrimoni e non scambieremmo mai la solidità di una Royal family con la volubilità di una moglie inquieta.

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Perché Harry e Meghan possono anche non lavorare

I Sussex hanno intenzione di fare un passo indietro dalla Royal Family e rendersi indipendenti dal punto di vista economico. Uno strappo rivoluzionario, reso più facile dal patrimonio milionario su cui possono contare.

Non bastasse la Brexit, con il 2020 per i sudditi di Sua Maestà è arrivata come un fulmine a ciel sereno pure la Megxit.

I duchi del Sussex, Harry e Meghan Markle, hanno espresso ufficialmente l’intenzione di fare un passo indietro da membri Senior dalla Firm, la Corona britannica.

Un’altra grana per la regina Elisabetta II già alle prese con lo scandalo Epstein che ha travolto il principe Andrea. Uno strappo che ricorda, con tutti i distinguo del caso, l’abdicazione nel dicembre del 1936 di re Edoardo VIII dopo il matrimonio con Wallis Simpson (pure lei americana).

L’ALLONTANAMENTO DEI SUSSEX DA THE FIRM

I Sussex, che hanno passato le festività natalizie in Canada con il piccolo Archie ben lontani dagli impegni di Buckingham Palace, in un comunicato hanno dichiarato di voler avviare «la transizione verso un nuovo ruolo dentro l’istituzione» monarchica. Il che comporta la decisione di «lavorare per diventare finanziariamente indipendenti, sebbene continuando a sostenere pienamente Sua Maestà la Regina» e quella di dividersi d’ora in avanti «fra il Regno Unito e il Nord America» per consentire di far crescere il figlio «nel rispetto della tradizione reale in cui è nato, garantendo al contempo spazio alla nostra famiglia per concentrarsi su un nuovo capitolo: incluso il lancio di una nostra nuova entità caritativa» autonoma.

IL PATRIMONIO DI HARRY E MEGHAN

Dunque i Sussex, in rotta da tempo con i Cambridge – per i non avvezzi alle cose reali William e Kate Middleton -, si rimboccheranno le maniche per trovare un lavoro, cosa che l’attuale status impedisce loro. Sì, ma quale lavoro? Gira voce, per esempio, che Meghan potrebbe riprendere la carriera di attrice. La rivincita delle Grace Kelly, verrebbe da dire. Anche se di “lavorare” la coppia, stando alle finanze note, non avrebbe più di tanto bisogno.

Harry può contare su un patrimonio compreso tra i 25 e i 40 milioni di dollari

Secondo l’International Business Times, il principe Harry può contare su un patrimonio compreso tra i 25 e i 40 milioni di dollari. Non è ancora chiaro quanto la decisione di “divorziare” dalla Corona peserà sul tesoretto totale. Non solo. C’è infatti l’eredità lasciatagli dalla madre Diana (12 milioni di euro circa, secondo quanto riportato dal Sunday Times) più i gioielli privati della “Regina di Cuori” il cui valore però non è noto. Il secondogenito di Carlo ha servito per 10 anni (fino al 2015) la Royal Air Force come capitano, guadagnando – riporta Forbes – circa 53 mila dollari per anno. La moglie Meghan, secondo quanto rivelato da Money lo scorso maggio, avrebbe invece messo da parte grazie alla sua attività sui set – come star di Suit principalmente – almeno 5 milioni di dollari.

I COSTI DELLA COPPIA RIBELLE

Da quello che si sa – ed Elisabetta permettendo – i Sussex hanno intenzione di continuare il loro impegno nelle opere di beneficenza della Corona, oltre a creare un ente tutto loro. Ma quanto costano Harry e Meghan? Il Sovereign Grant, il fondo pubblico che finanzia il lavoro della famiglia reale incluso il mantenimento delle residenze e lo staff, copre solo il 5% delle spese. E la coppia ha assicurato di non aver mai utilizzato denaro pubblico per spese private né di godere di benefit fiscali per le loro attività benefiche. Il 95% restante delle spese è invece coperto dal Ducato di Cornovaglia del principe Carlo. E non sono spiccioli se il viaggio dei Sussex in Australia, Nuova Zelanda, Tonga e Figi dell’ottobre 2018 è costato 90 mila euro e il Royal Wedding si è parlato di cifre astronomiche: tra i 35 e i 45 milioni di euro. Poca cosa per la Famiglia Reale valutata da Forbes intorno agli 88 miliardi di dollari tra residenze, gioielli della Corona e il valore generato dal brand su turismo e moda.

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