Stop improvviso al viaggio del ministro della Difesa israeliano a Washington. Torna d’attualità l’ipotesi del più clamoroso e pericoloso degli attacchi. Gli analisti Milan e Dolzykova a Fanpage.it: "Lo Stato ebraico per colpire le installazioni dove si arricchisce l’uranio ha bisogno degli Usa e probabilmente non fermerebbe il programma nucleare iraniano". Col rischio di una guerra totale.
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Mosca prevede di aumentare del 25% il budget per la difesa nel 2025 e “potrà continuare a spendere quanto vuole per anni”, dice a Fanpage.it l’accademico russo Inozemtsev. Il suo collega Enikolopov: “Il sistema funziona ma è fragile agli shock”.
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L’intervista di Fanpage.it al politologo Vittorio Emanuele Parsi: “Molto probabile un attacco israeliano ai siti nucleari iraniani, Tel Aviv vuole instaurare un proprio ordine in Medio Oriente”.
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L’intervista di Fanpage.it a William Alberque, a lungo capo del centro Nato per il disarmo: “Le regole di ingaggio proclamate da Putin non sono nuove, di fatto. Il Cremlino se ne servirà solo per ampliare il raggio e l’intensità delle minacce. Il rischio nucleare resta lo stesso”. Anche se la presenza del presidente dell’agenzia spaziale russa al Consiglio di sicurezza sulla deterrenza “evoca le guerre stellari”.
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Il missile ibrido Palianytsia “assicura un vantaggio tattico a Kyiv ma non cambia le sorti della guerra”, dice a Fanpage.it l’accademico Michael Boyle. Zelensky però potrebbe arrivare più forte a un tavolo negoziale. Il ricercatore Federico Borsari: “Aeroporti, industrie militari e basi russe a rischio fino a 700km dal confine”.
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L’intervista a Frank Ledwidge, per vent’anni nel servizio segreto militare di Sua Maestà: “L’espansione di 180mila uomini dell’esercito russo non ha a che vedere con l’offensiva di Kyiv nel Kursk, che è stata un errore strategico". Secondo l'esperto, il rischio è che la Russia arrivi a un negoziato di pace con posizioni sul terreno più forti di quelle attuali.
L’intervista di Fanpage.it con Matthew Savill, scienziato militare del RUSI ed ex coordinatore per le operazioni delle forze speciali e dell’intelligence britannica: “All’Ucraina servirebbe lanciare sulle basi russe gli ATACMS americani, piuttosto che i nostri Storm Shadow, ma l’America ha altre priorità”.
L’intervista di Fanpage.it a Alexey Levinson, responsabile ricerche socioculturali dell’Istituto Levada: “La sovranità sulle oblast sottratte all’Ucraina è considerata sacra”. I russi “non hanno paura dei droni su Mosca e dell’attacco nel Kursk”. Solo il 63% è “turbato”, ma niente di più. “Preoccupano maggiormente gli immigrati e la cosiddetta internazionale Lgbt”.
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L’intervista di Fanpage.it a Anatol Lieven del Quincy Institute: “Le due parti sono esauste, a Mosca ho sentito parlare di compromesso possibile sulle attuali linee del fronte, con una zona smilitarizzata e una futura conferenza per decidere lo status dei territori occupati. Quando finirà la guerra tra Russia e Ucraina? Entro il 2027”.
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Uno studio accademico indica che i siti di lancio dei missili strategici russi e cinesi potrebbero essere annientati da un attacco Nato con armi convenzionali. “Il disequilibrio minaccia la stabilità e aumenta il rischi di errori irreparabili”, spiega a Fanpage.it uno degli autori del documento. “La comunità internazionale sottovaluta la situazione. Necessarie iniziative per il controllo degli armamenti”.
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