Cetto c’è ed è più sovranista dei sovranisti

Esce nelle sale il nuovo film di Antonio Albanese, terzo capitolo del suo celebre personaggio La Qualunque. Ma questa volta la realtà sembra superare la fantasia.

Antonio Albanese riprende il ruolo di Cetto La Qualunque per tornare a ironizzare sui problemi della società contemporanea nella commedia Cetto C’è, senzadubbiamente. Dopo aver lasciato la politica e l’Italia, il protagonista si è trasferito in Germania dove gestisce una catena di pizzerie, ha conosciuto sua moglie ed è diventato padre. Quando la sorella di sua madre lo fa tornare a Marina di Sopra, in Calabria, Cetto scopre però di essere in realtà l’erede del principe Luigi Buffo di Calabria e diventa un sovrano “assolutista”.

Il personaggio creato insieme a Piero Guerrera, arrivato alla sua terza apparizione cinematografica, paga un po’ troppo la sua natura prevalentemente adatta al piccolo schermo nonostante la sceneggiatura e la regia di Giulio Manfredonia cerchino di creare una narrazione scorrevole e ricca di momenti divertenti, sfruttando i contrasti esistenti tra le diverse generazioni con Cetto e Melo (un convincente Davide Giordano), e tra il passato politico e la sua nuova quotidianità da monarca.

L’approccio sarcastico alla situazione della nostra nazione funziona solo a tratti e nemmeno i tanti equivoci, le situazioni sopra le righe, le battute legate all’idea degli italiani mafiosi e dei tedeschi nazisti, e il rapporto con la moglie riescono a dare spessore a una commedia davvero esile per quanto riguarda i contenuti e l’originalità. Il film comunque riesce a strappare qualche risata, ma il talento di Albanese meriterebbe un progetto più curato e meno scontato per far emergere i tempi comici e l’espressività che lo caratterizzano come attore.

CINQUE COSE DA SAPERE SU CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE

Un lavoro complicato: «La realtà ha superato la fantasia

Antonio Albanese ha dichiarato che il lavoro di comico sta diventando sempre più complicato perché «la realtà supera ogni forma di comicità». L’attore ha sostenuto che persino le sue battute, così sopra le righe, stanno iniziando ad avere troppi punti di contatto con la vita quotidiana degli italiani. Albanese ha quindi sottolineato che Cetto, per gli standard attuali, è un moderato ed è necessario reagire alla situazione con l’energia della comicità.

Le richieste dei fan ad Albanese per un terzo capitolo

Il ritorno di Cetto sul grande schermo è stato deciso dopo le numerose richieste dei fan che volevano assistere a un terzo capitolo della sua storia nelle sale. Albanese e lo sceneggiatore Piero Guerrera avevano dichiarato che avrebbero pensato a un altro film solo se ne valeva la pena e dopo 7 anni hanno avuto un’idea che hanno ritenuto valida, iniziando a svilupparla.

Gli intrecci tra vita reale e finzione

Antonio Albanese ha svelato che la storia ha un piccolo punto in comune con la sua vita: il padre dell’attore è infatti stato costretto a lasciare la Sicilia e trasferirsi al Nord per trovare un lavoro, nonostante amasse la propria regione.

Una “vera” iniziativa: la piattaforma Pileau

Online è stata lanciata ufficialmente la piattaforma Pileau che sostiene la candidatura di Cetto La Qualunque al trono del Regno delle due Calabrie e dove è possibile esprimere liberamente le proprie idee. L’ironica iniziativa prende il nome dal “filosofo” Jean Jean Pileau, descritto come un «evasore fiscale, mecenate e sessuomane francese vissuto a cavallo tra 700, 800 e 900. Nato nel 1798 in Francia da genitori di origini italiane».

Un brano virale: il duetto Albanese-Guè Pequeno

Nella colonna sonora del film Cetto c’è, senzadubbiamente è presente un duetto di Antonio Albanese con Guè Pequeno, intitolato Io sono il re, accompagnato online da un video che ha già superato quota 900.000 visualizzazioni su YouTube e diventato un fenomeno virale.

IL FILM DI ALBANESE IN PILLOLE

La scena memorabile: Cetto scopre le sue vere origini;

La frase cult: «La democrazia non può garantire più niente, un re sì»;

Ti piacerà se: Ami le commedie leggere che si ispirano alla realtà;

Devi evitarlo se: se non ami battute legate agli stereotipi e un’immagine della donna un po’ troppo banalizzata;

Con chi vederlo: insieme a chi apprezza il talento comico di Antonio Albanese;

Perché vederlo: per riflettere senza troppo impegno sulla possibile direzione della politica italiana.

Regia: Giulio Manfredonia; genere: commedia (Italia, 2019); attori: Antonio Albanese, Nicola Rignanese, Caterina Shulha, Gianfelice Imparato, Davide Giordano.

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