Firmato il decreto attuativo per registrare le Disposizioni Anticipate di Trattamento. Speranza: «Ognuno ha una libertà di scelta in più».
Era l’ultimo tassello ancora mancante: la Banca dati nazionale per le Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat) era l’anello cruciale per rendere finalmente operativa la legge sul Biotestamento. Oggi, il ministro della Salute Roberto Speranza ne ha firmato l’atteso decreto attuativo ed «ora la legge è operativa». Una notizia accolta con favore dall’Associazione Luca Coscioni, che proprio per questo decreto aveva prima diffidato il ministero e poi fatto ricorso al Tar Lazio.
FIRMATO IL DECRETO SULLA BANCA DATI NAZIONALE
«Ho appena firmato il decreto sulla Banca dati nazionale per le Dat. Con questo atto la legge sul Biotestamento approvata dal parlamento», ha affermato Speranza, «è pienamente operativa e ciascuno di noi ha una libertà di scelta in più». La legge del 2017 sul Biotestamento regolamenta infatti le scelte sul fine vita, stabilendo che in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi ci sia la possibilità per ogni persona di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto su accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche e singoli trattamenti sanitari, inclusi l’alimentazione e l’idratazione artificiali.
COME FUNZIONA LA BANCA DATI
Fondamentale è però l’istituzione della Banca dati destinata alla registrazione delle Dat, prevista per legge: il decreto firmato oggi da Speranza definisce appunto i contenuti informativi della Banca dati, i soggetti che concorrono alla sua alimentazione, le modalità di registrazione e di messa a disposizione delle Dat, le garanzie e le misure di sicurezza da adottare nel trattamento dei dati personali, le modalità e i livelli diversificati di accesso. Il provvedimento ha concluso il previsto iter amministrativo che ha visto, tra l’altro, l’acquisizione del parere del Garante per la protezione dei dati personale, l’intesa in Conferenza Stato-Regioni e il previsto parere del Consiglio di Stato. La Banca dati verrà alimentata con le Dat raccolte dagli ufficiali di stato civile dei comuni di residenza dei disponenti, dai notai e dalle Regioni che abbiano, con proprio atto, regolamentato la raccolta di copia delle Dat. Anche i cittadini italiani residenti all’estero potranno far pervenire la propria Dat alla banca dati nazionale attraverso le rappresentanze diplomatiche o consolari italiane all’estero.
POTRANNO ACCEDERE SOLO I MEDICI CHE HANNO IN CURA IL PAZIENTE
Ma chi potrà accedere alla Banca dati? Potranno farlo i medici che hanno in cura il paziente in situazione di incapacità di autodeterminarsi, il fiduciario (indicato dal medesimo disponente) ed il disponente stesso, tramite identificazione con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid) che garantisce la sicurezza dell’accesso. Le Dat precedentemente depositate presso Comuni, notai e rappresentanze diplomatiche o consolari italiane all’estero saranno acquisite nella banca dati nazionale entro sei mesi dall’attivazione della stessa. L’intero sistema, dunque, dovrebbe diventare operativo a breve, fati salvi i tempi tecnici necessari. Proprio per la realizzazione della Banca dati, la Legge di bilancio 2018 aveva stanziato 2 milioni di euro.
LE DAT IMMEDIATAMENTE CONSULTABILI
Le Dat sono rinnovabili, modificabili e revocabili: «Le Dat depositate presso Comuni o notai», spiega il segretario dell’Associazione Coscioni Filomena Gallo, «saranno finalmente immediatamente consultabili dai medici in caso di bisogno, in qualsiasi struttura sanitaria del territorio nazionale». Per completare l’applicazione della legge 219/2017 sul Biotestamento, conclude, «occorre però ora una grande campagna informativa a favore dei cittadini».
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