Intervistato da La Stampa il vice presidente Dombrovskis ha messo in guardia il governo sui conti pubblici: «Riportare i parametri in linea con quanto previsto dal Patto di Stabilità e Crescita».
«L’Italia è a rischio di non conformità con le regole Ue, sia per quest’anno che per il prossimo. Per questo chiediamo di riportare il deficit in linea con quanto previsto dal Patto di Stabilità e Crescita», la mazzata è arrivata da Valdis Dombrovskis, vice-presidente esecutivo della Commissione europea con responsabilità su tutti i portafogli economici, in un’intervista a La Stampa.
LA COMMISSIONE VUOLE NUOVI STRUMENTI D’AZIONE
«In passato abbiamo proposto sanzioni per Paesi con alto deficit, ma poi parlamento e Consiglio le hanno respinte». Per questo, ha spiegato Dombrovskis, la possibilità che la Commissione abbia nuovi strumenti per intervenire con maggiore efficacia «sarà certamente uno dei temi da discutere nel contesto della revisione del Two Pack e del Six Pack», cioè i regolamenti introdotti nel Patto di Stabilità e Crescita. «Al momento prevediamo una revisione non legislativa, ma lanceremo una discussione», ha aggiunto.
VERSO LA REVISIONE DEI PARAMETRI UE
«Ci sono diverse questioni sul tavolo: gli aspetti legati al Green Deal, la semplificazione delle regole, ma anche un meccanismo rafforzato per la loro applicazione». Ci sono alcuni Stati che vogliono più flessibilità, altri che chiedono maggiore disciplina di bilancio. Se ne esce soltanto trovando un accordo. Per questo dico che non si può andare ad aprire il tema delle regole di bilancio, se non c’è la ragionevole possibilità di concludere il lavoro con un risultato migliore rispetto al punto di partenza». Tuttavia, ha aggiunto, «ci sono alcuni elementi su cui molti Stati sembrano essere d’accordo. Per esempio sulla necessità di abbandonare alcuni indicatori come il deficit strutturale».
DOMBROVSKIS: «SERVE CAUTELA SULLA FLESSIBILITÀ»
Sulla possibilità di scorporare gli investimenti green dal deficit, «già oggi abbiamo una clausola di flessibilità per gli investimenti cofinanziati dall’Ue, l’abbiamo introdotta nel 2015. Si può discutere se estenderla a quelli green, ma in ogni caso bisogna essere molto cauti sui limiti da non superare: va garantita la sostenibilità di bilancio», ha aggiunto il vice presidente, che sul Mes ha eslcuso l’ipotesi di un rinvio a giugno: «I negoziati sono già in una fase avanzata. Sono emerse alcune preoccupazioni ‘last minute’ dall’Italia e bisogna vedere come affrontarle nel modo migliore. Ma in ogni caso credo che nel giro di un paio di mesi si troverà un accordo».
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