Il presidente della Valle d’Aosta Fosson indagato per voto di scambio mafioso

Inchiesta della Dda di Torino sul condizionamento delle elezioni del 2018 da parte della 'ndrangheta. E c'è anche un incontro tra l'ex governatore e un boss.

Il presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, è indagato per scambio elettorale politico mafioso nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda di Torino sul condizionamento delle elezioni regionali 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘ndrangheta. Oltre a Fosson sono indagati, per lo stesso reato, anche alcuni assessori e consiglieri regionali. L’indagine è stata svolta dai carabinieri di Aosta.

SENATORE, ASSESSORE ALLA SANITÀ E POI PRESIDENTE

Sessantotto anni, medico chirurgo in pensione dal 2011 e noto anche come Sentinella in piedi, Fosson è stato senatore per il movimento autonomista di maggioranza Union valdotaine dal 2008 al 2013. Sposato e padre di quattro figli, è punto di riferimento per Comunione e liberazione. È stato assessore regionale alla Sanità dal 2003 al 2008 e dal 2013 al 2016. Dopo la fine di questa esperienza ha fondato il gruppo Pour Notre Vallée confluito, nel 2017, in Area Civica-Stella Alpina-Pour Notre Vallée. Lista autonomista di centro con cui è stato rieletto in Consiglio regionale il 20 maggio 2018, ottenendo 1.437 voti.

TRA LE SENTINELLI IN PIEDI

Presidente del Consiglio regionale per i primi sei mesi di legislatura con la giunta a trazione leghista guidata da Nicoletta Spelgatti, è arrivato al vertice dell’esecutivo un anno fa, il 10 dicembre 2018, quando le forze autonomiste sono tornate insieme al governo, relegando il Carroccio all‘opposizione. In Parlamento è stato, tra l’altro, segretario del gruppo Udc-Svp-Autonomie e segretario della Commissione parlamentare per le questioni regionali. Risale inoltre al luglio del 2014 la sua comparsa tra le 80 Sentinelle in piedi che in piazza Chanoux, il ‘salotto buono’ di Aosta, manifestavano contro il Ddl Scalfarotto sull’omofobia. In veste di presidente della Regione, oggi ha anche ha presenziato alla cerimonia di posa di una stele in ricordo del pretore Giovanni Selis, che 37 anni fa sopravvisse al primo attentato nella storia d’Italia contro un magistrato. E sull’inchiesta non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

L’INCONTRO (FOTOGRAFATO) TRA L’EX PRESIDENTE E IL BOSS

I carabinieri del Reparto operativo del Gruppo Aosta nell’annotazione dell’inchiesta sulle elezioni regionali del 2018 hanno anche documentato con fotografie un incontro a fini elettorali con un boss, durato un’ora circa. Il 4 maggio 2018 l’allora «presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta» Laurent Viérin «nonché prefetto in carica, ha incontrato uno degli esponenti di vertice del ‘locale’ di Aosta», Roberto Di Donato, «presso l’abitazione di Alessandro Giachino» ad Aymavilles.

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