Francia, Spagna e Portogallo dimostrano che gli indennizzi sono molto diversi in caso di ritiro o di inadempienza. E il governo italiano dovrebbe fare la differenza.
Nei giorni in cui il governo valuta la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia e la modifica delle condizioni di indennizzo previste dal contratto e la società risponde promettendo battaglia legale, viene da chiedersi come si comportino negli altri Paesi europei.
IL CONFRONTO CON FRANCIA, SPAGNA E PORTOGALLO
Tra le nazioni dell’Ue Francia, Spagna e Portogallo hanno un sistema di concessioni simile a quello italiano ed un simile sistema di calcolo degli indennizzi. Ecco, allora, cosa succede oltre confine secondo uno studio della società di analisi Brattle che ha preso in considerazione 21 concessionarie nei tre paesi.
IN CASO DI RECESSO, REVOCA O RISOLUZIONE
In Francia, è previsto un indennizzo pari a valore attualizzato dei flussi di cassa previsti al netto delle imposte per la durata della concessione; in Spagna invece un indennizzo pari al valore attualizzato dei flussi di cassa netti futuri e la perdita di valore di attrezzature che non devono essere riconsegnate al concedente, al netto dell‘ammortamento; in Portogallo negli ultimi cinque anni della concessione, indennizzo pari ad un pagamento annuale pari alla media dei ricavi operativi netti nei sette anni prima della revoca, in aggiunta al valore delle opere eseguite in seguito alla revoca, ridotto di 1/7 per ogni anno trascorso dal completamento.
IN CASO DI REVOCA PER INADEMPIMENTO
In Francia valore di subentro da parte del nuovo concessionario, aggiudicato con un’asta sulla base del Mol e investimenti previsti attualizzati. In caso di mancata assegnazione, subentra lo Stato senza alcun indennizzo; in Spagna valore di subentro da parte del nuovo concessionario, aggiudicato con un’asta sulla base dei flussi di cassa operativi attualizzati. In caso di mancata assegnazione, nuova asta con base dimezzata; in Portogallo valore di subentro da parte del nuovo concessionario, aggiudicato con un’asta sulla base del valore degli asset stabilito da un comitato composto da tre esperti. In caso di mancata assegnazione subentra lo Stato senza alcun indennizzo.
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