Nomine Rai, l’ad Salini formalizza le proposte in vista del cda

Rai2 si consolida fortino sovranista, mentre su Ra1 cambiano gli equilibri: Coletta sostituisce De Santis (quota Lega). Ma mancano i nuovi direttori dei Tg. Ecco tutti i nomi.

L’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini ha formalizzato le proposte di nomina dell’azienda, in vista del cda in programma per il 14 gennaio 2020. Ma nella lista mancano i nuovi direttori dei Tg. Stefano Coletta alla direzione di Rai1 e dell’Intrattenimento di prime time, Ludovico Di Meo alla guida di Rai2 e della direzione Cinema e serialità, Silvia Calandrelli a Rai3 e alla direzione Cultura, Franco Di Mare all’Intrattenimento del day time, Angelo Teodoli al Coordinamento generi, Duilio Giammaria ai Documentari, Eleonora Andreatta alla direzione Fiction, Luca Milano alla direzione Ragazzi.

RAI2: FORTINO SOVRANISTA

Con l’arrivo di Di Meo (quota Meloni) a Rai2, si rafforza il polo sovranista della rete che conta già Gennaro Sangiuliano (quota Salvini) come direttore del Tg2. Cambiano gli equilibri anche sul primo canale: Coletta, spostato da Rai3 a Rai1, sostituisce Teresa De Santis (quota Lega).

LEGGI ANCHE: Stallo sulle nomine Rai: Salini prende l’interim di RaiDue

NEW FORMAT, APPROFONDIMENTO E DISTRIBUZIONE

Per i New Format, invece, si farà il job posting, mentre sarà assegnata in seguito la direzione Approfondimento. Alla guida della Distribuzione, altra figura chiave prevista dal piano industriale, sarà indicato Marcello Ciannamea.

LEGGI ANCHE: Rai, saltano le nomine e la Lega gode

PER I NUOVI DIRETTORI DEI TG C’È ANCORA DA ASPETTARE

Dopo mesi di attese, di indiscrezioni, scontri politici e veti incrociati nella maggioranza, l’ad Salini ha formalizzato i nomi per reti e aree tematiche. Ma manca ancora qualcosa: le nomine dei nuovi direttori di Tg1, Tg2 e Tg3.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

La Rai fa dietrofront: Rula Jebreal sarà a Sanremo

Retromarcia di Viale Mazzini: la giornalista salirà sul palco dell'Ariston con un monologo dedicato alla violenza sulle donne. Ma ora la polemica si è spostata sulla partecipazione della sovranista Rita Pavone.

Ennesimo dietrofront a Viale Mazzini. Rula Jebreal sarà al Festival di Sanremo. La notizia, confermata da una nota pubblicata dalla Rai, si è diffusa al termine di un vertice che ha visto partecipare l’amministratore delegato Fabrizio Salini, la direttrice di RaiUno Teresa De Santis e il conduttore e direttore artististico del Festival Amadeus. La giornalista salirà sul palco dell’Ariston con un suo monologo dedicato alla violenza contro le donne.

CONFERMATO L’INTERO CAST DI OSPITI

Si chiude così il caso dell’esclusione che la stessa Jebreal aveva attribuito a un veto di Matteo Salvini o ai vertici Rai di area sovranista. In difesa della giornalista si era schierata in particolare Italia viva, con interrogazioni parlamentari e denunce. Nel corso della riunione di aggiornamento sulla 70esima edizione del Festival è stato confermato l’intero cast di ospiti proposto dal direttore artistico Amadeus che sarà presentato nel corso della conferenza stampa del prossimo 14 gennaio.

LE POLEMICHE SI SPOSTANO SU RITA PAVONE

Ma le polemiche non sono certo finite. Già perché a scaldare Twitter ora è la partecipazione di Rita Pavone al concorso canoro. Settantaquattro anni, l’ex Giamburrasca della tivù ha fatto parlare di sé per certe sue uscite social filo salviniane e sovraniste, dall’attacco a Pearl Jam allo sfottò di Greta Thunberg.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Pietro Gaffuri lascia la Rai

Viale Mazzini perde l'uomo a cui era stata affidata la direzione per la messa in opera del piano industriale. Un'altra tegola per l'azienda, già scossa dalle tensioni tra Foa e Salini.

Avevamo titolato “un 2019 da dimenticare per la Rai“, e ne abbiamo avuto conferma dopo la riunione del Cda e della Commissione di Vigilanza di giovedì 19 dicembre. Come se non bastasse, si aggiunge anche l’uscita di un dirigente di peso come Pietro Gaffuri. Ma andiamo con ordine.

IL GELO TRA FOA E SALINI

È gelo tra Marcello Foa e Fabrizio Salini sulle conseguenze della finta mail firmata Tria e spedita da un sedicente avvocato ginevrino al presidente di Viale Mazzini su cui i due hanno dato interpretazioni diametralmente opposte. Se il presidente ha lamentato la vulnerabilità informatica dell’azienda, sottolineando di aver chiesto più volte all’ad di provvedere ad alzare il livello di sicurezza, al contrario Salini ha riferito che Foa non aveva sollevato alcuna obiezione né perplessità sul contenuto della mail, che altro non era che un tentativo di estorsione attraverso una richiesta di soldi. Come se non bastasse, nel corso dell’audizione in Cda che doveva fornire un aggiornamento sullo sviluppo del piano industriale, il direttore generale Corporate Alberto Matassino e il Transformation Officer, Gaffuri, hanno ammesso che la partenza operativa del piano industriale targato Salini- Foa non potrà avvenire prima dell’autunno 2020.

LA MANCATA NOMINA DI TEODOLI

In questo quadro non desta stupore la mancata nomina di Angelo Teodoli alla direzione distribuzione dei generi che avrebbe rappresentato comunque un primo tassello per l’avvio del nuovo progetto. Ma la notizia incredibile che Lettera43.it è riuscita ad avere in via confidenziale è che Gaffuri, a cui Salini e Matassino avevano affidato la direzione cruciale per la messa in opera del piano industriale non più tardi del maggio di quest’anno, ha firmato con la Rai la sua uscita dall’azienda a far data dal 31 marzo 2020. Non sono note le ragioni dell’uscita, ma certo è che Salini e Matassino dovranno fare presto a individuare un sostituto capace di assumere l’incarico e di entrare nell’operatività immediata per evitare uno stop che allungherebbe ulteriormente i tempi di un piano che, complice la paralisi su nomine e i veti incrociati, nonostante agli inizi di ottobre abbia ricevuto il via libera del Mise, non è riuscito ancora a partire.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Per la Rai è stato un 2019 da dimenticare

Veti incrociati Pd-M5s sulle nomine alle direzioni di tg e reti. La bandiera del cambiamento già ammainata dall'ad Salini. Alle prese con la questione dei soldi da extra gettito gestiti male, il caso dell'intervista ad Assad oltre che la vicenda delle società Stand by Me e Mn Italia.

È la Rai dei veti incrociati, il cui consiglio di amministrazione si ritrova per l’ennesima volta giovedì 19 dicembre, e per l’ennesima volta rischia di concludersi con un nulla di fatto.

VETI DI DI MAIO E ZINGARETTI SU ORFEO E DI MARE

Un esempio di come i veti si incrociano viene dalle tormentate nomine alle direzioni dei telegiornali e delle reti: e per un Luigi Di Maio che mette il veto su Mario Orfeo alla guida del Tg3, c’è un Nicola Zingaretti che non vuole assolutamente vedere Franco Di Mare, in quota grillina, alla direzione della rete che ospita la testata.

ANCHE IN VIALE MAZZINI CONFUSIONE POLITICA

Del resto, da sempre, Viale Mazzini è lo specchio della situazione politica: e se quest’ultima è confusa e caotica, non si può certo pensare che all’interno della tivù di Stato regnino decisionismo e chiarezza.

IL CAMBIAMENTO PROMESSO DA SALINI DOV’È?

Di questa paralisi, questa impossibilità di procedere ad avvicendamenti che si trascinano da tempo, ne paga il prezzo l’amministratore delegato Fabrizio Salini che pure era arrivato pieno di propositi brandendo la bandiera del cambiamento poi laconicamente ammainata. E a nulla serve, evidentemente, che a suo tempo gli siano stati conferiti i pieni poteri: in Rai non si muove foglia che capo partito, di corrente, o di sotto corrente non voglia.

L’ad della Rai Fabrizio Salini (a sinistra) con il presidente Marcello Foa (Ansa).

FARO DEL MISE SULLE RISORSE DA EXTRA GETTITO

L’ultima spina nel fianco dell’ad viene dal capitolo risorse da extra gettito (80 milioni in due anni) gestito in modo non proprio ineccepibile, tanto che dal ministero dello Sviluppo economico è arrivato chiaro l’avvertimento: se mai arrivassero, vogliamo sapere come vengono spesi i soldi fino all’ultimo centesimo.

IL REGOLAMENTO SOCIAL E LA GRANA MAGGIONI

In precedenza, c’è stata la bocciatura in cda del regolamento per l’uso dei social network che aveva fortemente richiesto la commissione di vigilanza sin dall’estate. Infine l’episodio, ai limiti del parossismo, del caso Monica Maggioni, grottesco rimpallo di responsabilità sull’intervista che l’ex presidente della Rai aveva fatto a Bashar al Assad, tenuta per giorni nei cassetti per poi mandarla semi clandestinamente su Rai Play senza alcuna comunicazione preventiva, dopo che i canali siriani e libanesi l’avevano trasmessa.

maggioni assad intervista raiplay
L’intervista di Monica Maggioni al presidente siriano Bashar al Assad.

RETROMARCIA SUI CONTRATTI DI SANREMO E FIORELLO

È poi scoppiato il caso Stand by Me e Mn Italia, due società che furono vicine all’ad e a Marcello Giannotti, il direttore della comunicazione, che hanno portato la Rai alla frettolosa retromarcia sui contratti di Sanremo e Fiorello.

PRESSIONI PER “LA PORTA DEI SOGNI” DELLA VENIER

Ma nonostante la martellante campagna di Striscia la notizia, la vicenda Mn lascia ancora qualche propaggine. Per La porta dei sogni, programma condotto da Mara Venier il venerdì in prima serata su cui punta molto la rete ammiraglia, l’ufficio stampa – seppur a carico dalla società di produzione – è ancora di Mn da cui proviene l’attuale direttore della comunicazione. Non a caso Giannotti si sarebbe attivato con il Tg1 facendo una richiesta del tutto insolita: un servizio lancio su La porta dei sogni da mandare in onda dentro il telegiornale.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Salini cede ad Agnes e la Rai rifà Check-up

Collocata nel palinsesto 2020 sul secondo canale la trasmissione ideata negli Anni 70 dallo storico direttore generale. Ora la figlia Simona ha convinto l'attuale ad dopo i no di Gubitosi, Campo Dall'Orto e Orfeo. Arriva dunque l'ennesimo programma sulla salute.

La Rai del cambiamento che a detta di presidente e amministratore delegato dovrebbe cambiare linguaggi, contenuti editoriali e modalità di fruizione, sta decidendo in queste ore per un ritorno al passato. L’idea è quella di riprogrammare Check-up, una famosa trasmissione ideata negli Anni 70 da Biagio Agnes che è stato per lungo tempo direttore generale a Viale Mazzini.

SU RAIDUE NEL PERIODO FEBBRAIO-MARZO 2020

Perciò si sta lavorando per trovargli una collocazione in palinsesto e, salvo sorprese, l’ipotesi è che la nuova edizione di Check-up possa essere inserita nella programmazione di RaiDue nel periodo febbraio-marzo 2020.

PRESSING ASFISSIANTE PER IL FORMAT

Simona Agnes, figlia di Biagio, e presidente della fondazione che porta il nome del padre, aveva già tentato più volte in passato di riproporre il format ricevendo sempre un cortese quanto fermo no da parte degli ultimi tre direttori generali della tivù pubblica, ossia Luigi Gubitosi, Antonio Campo Dall’Orto e Mario Orfeo.

salini-rai-Check-up-agnes
Simona Agnes. (Ansa)

UNA MIRIADE DI PROGRAMMI SULLA SALUTE

Invece con Fabrizio Salini è riuscita nell’impresa, avendo anche trovato una buona sponda in un consigliere del consiglio di amministrazione. L’attuale ad, dopo una serie di riunioni operative che hanno visto coinvolte alcune direzioni, avrebbe dato semaforo verde. L’appalto è esterno, visto che il nuovo Check-up sarà un prodotto fornito chiavi in mano da una società della Agnes. E andrà ad aggiungersi alla miriade di programmi sulla salute che già esistono nei palinsesti delle tre reti.

SULLA RETE DI CUI SALINI È DIRETTORE AD INTERIM

Unica novità rispetto all’originale che andava in onda sul primo canale, per il nuovo Check-up è stata scelta RaiDue, la rete di cui dopo l’uscita di Carlo Freccero l’ad Salini è direttore ad interim.

Quello di cui si occupa la rubrica Corridoi lo dice il nome. Una pillola al giorno: notizie, rumors, indiscrezioni, scontri, retroscena su fatti e personaggi del potere.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Il caso Assad in Rai travolge Salini e Maggioni

L'intervista non ancora trasmessa fatta dall'ex giornalista del Tg1 ora a capo di Rai Com al presidente siriano e il successivo ultimatum di Damasco sulla messa in onda imbarazza Viale Mazzini. Per l'ad non c'era alcuna data concordata. Ma la sua posizione traballa dopo la figuraccia. L'Usigrai: «In gioco la credibilità dell'azienda». Irritato il presidente Foa.

Il caso Bashar al Assad è scoppiato in casa Rai, suscitando imbarazzi, tensioni e irritazione ai vertici. La vicenda ha aperto una tale crisi all’interno dell’azienda che in Viale Mazzini si aspettano persino che voli qualche testa, anche molto in alto. Ma cosa è accaduto?

Monica Maggioni, amministratrice delegata di Rai Com, ha realizzato un’intervista al presidente siriano. Ma il colloquio non è ancora stato trasmesso dalla Rai. Nella tarda serata di sabato 7 dicembre è arrivato via Facebook l’ultimatum del governo di Damasco: se Viale Mazzini non dovesse mandare in onda entro lunedì 9 dicembre l’intervista, che avrebbe dovuto essere «trasmessa il 2 dicembre su Rainews 24», allora i siriani sarebbero pronti a programmarla sui media del Paese, senza la contemporaneità prevista dagli accordi.

Secondo la versione di Damasco RaiNews 24 ha chiesto di posticipare la messa in onda «senza ulteriori spiegazioni». Poi sono seguiti, sempre stando all’ufficio stampa della presidenza Assad, altri due rinvii. Per i siriani insomma «questo è un ulteriore esempio dei tentativi occidentali di nascondere la verità sulla situazione in Siria e sulle sue conseguenze sull’Europa e nell’arena internazionale».

Statement from Political and Media Office of the Syrian Presidency:On 26 November 2019, President al-Assad granted an…

Posted by Syriana Analysis on Saturday, December 7, 2019

L’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, si è ritrovato al centro della delicata questione senza sapere come comportarsi: prendere provvedimenti o concordare con la Maggioni una linea che tutelasse la Rai dalla figuraccia? La sua è una delle posizioni che traballano, e alla fine in una nota ha provato a rimediare così: «L’intervista non è stata effettuata su commissione di alcuna testata Rai. Pertanto non poteva venire concordata a priori una data di messa in onda».

A quanto è trapelato, Salini sarebbe stato informato che la Maggioni, già inviata di punta del Tg1, ex direttore di Rainew24 ed ex presidente Rai, aveva la possibilità di effettuare l’intervista ad Assad e che sarebbe andata a realizzarla in qualità di ad di Rai Com. Il colloquio sarebbe stato poi proposto ad alcune testate della Rai, che tuttavia non lo avrebbero trasmesso rivendicando la professionalità dei propri giornalisti. E quindi l’impasse ha provocato la reazione del governo siriano. Che ora pare aver fissato la messa in onda per la serata di lunedì.

L’esecutivo Usigrai, il sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini, ha commentato così: «Chiarito che né Rainews24 né alcuna altra testata della Rai ha commissionato l’intervista al presidente della Siria Assad, né quindi ha preso impegni a trasmetterla, chi ha assunto accordi con la presidenza della Siria per conto della Rai? E perché? Fermo restando che non si può cedere ad alcun ultimatum da parte di nessuno, men che meno da parte del capo dello Stato di un Paese straniero, siamo di fronte a una vicenda imbarazzante».

Per l’Usigrai «la Rai deve fare chiarezza con urgenza e individuare le responsabilità. Senza alcun tentennamento. Questa volta è in gioco l’autorevolezza della Rai, la credibilità internazionale sua e dell’Italia».

Anche il presidente della Rai, Marcello Foa, non ha preso bene l’accaduto, manifestando forte irritazione per non essere stato informato dell’intenzione di intervistare Assad e tanto meno dei successivi sviluppi e delle decisioni via via assunte in azienda riguardo alla gestione dell’intervista. Secondo quanto è trapelato, è ferma la volontà del presidente di ottenere spiegazioni e fare quindi chiarezza sull’intera vicenda.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Ultimatum di Damasco alla Rai per la messa in onda di un’intervista ad Assad

Viale Mazzini ne avrebbe rinviato più volte la trasmissione senza spiegazione. L'ufficio stampa della presidenza siriana dà fino al 9 dicembre. Poi la diffonderà sui media locali.

Meno di 48 ore. Se la Rai non manderà in onda entro lunedì 9 dicembre l’intervista realizzata da Monica Maggioni al presidente siriano Bashar al Assad, che doveva essere trasmessa il 2 dicembre scorso, Damasco programmerà sui media del Paese il colloquio senza la contemporaneità prevista dagli accordi. Lo rende noto l’Agi.

L’ACCORDO CON DAMASCO

«Il 26 novembre 2019, il presidente al-Assad ha rilasciato un’intervista alla Ceo di RaiCom, Monica Maggioni», ha scritto l’ufficio stampa della presidenza siriana in una nota pubblicata su Facebook in cui spiega i termini dell’accordo. «Si è convenuto che l’intervista sarebbe andata in onda il 2 dicembre su Rai News 24 e sui media nazionali siriani». Così però non è andata. Il 2 dicembre RaiNews24 ha chiesto di posticipare la messa in onda senza, stando alla versione di Damasco, ulteriori spiegazioni. A questo sono seguiti, sempre secondo l’ufficio stampa della presidenza siriana, altri due rinvii. «Questo», conclude la nota, «è un ulteriore esempio dei tentativi occidentali di nascondere la verità sulla situazione in Siria e sulle sue conseguenze sull’Europa e nell’arena internazionale». Così è scattato l’ultimatum: o l’intervista va in onda oppure la presidenza siriana la trasmetterà alle 21 di lunedì.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

La Rai curerà da sola la comunicazione di Sanremo

Dopo le polemiche legate all'ipotesi del conflitto di interessi di Giannotti con MN Italia, la tv di Stato decide di curarsi da sola la promozione del Festival.

Dopo le polemiche sui rapporti “incestuosi” con Mn Italia, alla fine Fabrizio Salini avrebbe deciso: niente appalto esterno per la comunicazione del Festival di Sanremo che sarà affidata in toto alla Direzione Comunicazione della Rai.

CONFLITTO DI INTERESSI

La decisione dell’amministratore delegato della tivù pubblica arriva dopo che Striscia la Notizia, Lettera43, e poi la Commissione parlamentare di vigilanza avevano sollevato l’ipotesi di un conflitto di interessi tra MN Italia – la societa’ che si sarebbe dovuta aggiudicare l’appalto (era già partita la richiesta, poi annullata) – e il Direttore della Comunicazione di viale Mazzini Marcello Giannotti – portato in azienda da Salini – e che fino a un anno fa lavorava proprio in MN.

SUL TAVOLO C’ERANO 40 MILA EURO

Un’inversione totale quella di Salini e di Giannotti, che quindi implicitamente conferma l’esistenza del conflitto di interessi tra Giannotti e MN e che contemporaneamente metterebbe in luce anche una gestione non trasparente delle risorse Rai: perché se l’ufficio stampa del festival “ora” può essere “fatto” internamente dalla Comunicazione Rai, una settimana fa l’azienda era pronta a sborsare fino a 40 mila euro per appaltarlo a un esterno?

LA PREOCCUPAZIONE DI GIANNOTTI

Fonti di corridoio vicine alla direzione comunicazione raccontano di un Giannotti chiuso nel suo ufficio a controllare e ricontrollare le mail inviate e ricevute sull’affaire MN, al centro di un altro appalto: quello per il nuovo programma di Fiorello su Raiplay. Un contratto arrivato in corsa per chiamata diretta, anche questo annullato dopo le polemiche.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Stallo sulle nomine Rai: Salini prende l’interim di RaiDue

Tutt'altro che sopiti i contrasti nella maggioranza. Il Pd accusa il M5s di aver fatto saltare l'accordo per il veto posto sul nome di Orfeo. E con Italia viva mette nel mirino anche l'ad.

Nomine rimandate, come annunciato, ma il clima attorno alla Rai resta di tensione. I contrasti nella maggioranza, all’indomani dello stop alla rosa di nomi per reti e testate che sembrava pronta a essere presentata nel Consiglio d’amministrazione del 28 novembre, sono tutt’altro che sopiti.

IL PD ACCUSA IL M5S DI AVER FATTO SALTARE L’ACCORDO

Il Pd accusa i cinque stelle, in particolare Luigi Di Maio, di aver fatto saltare l’accordo per il veto posto sul nome del candidato alla direzione del Tg3, Mario Orfeo. E ora mette nel mirino anche l’ad Fabrizio Salini, scelto proprio dagli alleati di governo. «È ormai evidente a tutti che l’azienda è bloccata, ostaggio delle incertezze del suo amministratore delegato», dice Lorenza Bonaccorsi, sottosegretaria al Mibact, da sempre attenta alle questioni Rai. «Stanno emergendo» – continua – «tutte le conseguenze dell’incapacità di prendere delle decisioni nei momenti importanti. Al momento la realtà racconta un calo di ascolti, soprattutto sulla rete ammiraglia, che è difficile nascondere. Per non dire poi dei dati impietosi resi noti dall’Agcom sul pluralismo mancato. Far trapelare, poi, da parte dell’ad, un problema di parità di genere è del tutto strumentale. Chiediamo un immediato cambio di passo, forte».

MALUMORI ANCHE DA PARTE DI ITALIA VIVA

Malumori anche in Italia viva, che chiede a Di Maio di smentire le indiscrezioni su un suo veto a Orfeo. «Se non smentisce, allora a dimettersi dovrebbe essere tutto il Consiglio d’amministrazione, compreso l’amministratore delegato Salini», afferma Michele Anzaldi. Oggi l’ad in Consiglio di amministrazione ha ribadito tutta la sua preoccupazione per il possibile taglio delle risorse alla tv pubblica, previsto in alcuni emendamenti alla Finanziaria, spiegando, come aveva fatto in Commissione di Vigilanza, che senza certezze economiche anche l’attuazione del piano industriale, comprese le nomine a direzioni e canali, verrebbe messa in discussione. Quindi niente avvicendamenti a reti e testate o nomine alle direzioni di genere. L’unica novità è l’interim a RaiDue, assunto dallo stesso ad, dopo la fine del mandato di Carlo Freccero, che è stato invitato in Consiglio d’amministrazione per i saluti e i ringraziamenti per il lavoro svolto. Di nomine si riparlerà forse il 10 dicembre, quando è in programma la prossima riunione del cda.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Rai, salta la collaborazione con Mn per Sanremo

Dopo le polemiche su un possibile conflitto di interessi, Viale Mazzini ha deciso che la società non gestirà l'ufficio stampa del Festival. Oggi la questione potrebbe essere trattata in cda. Dossier nomine verso l'ennesimo rinvio.

La notizia è che nella tarda serata di mercoledì 27 novembre Rai Uno ha annullato la richiesta per avere la società Mn Italia come ufficio stampa del Festival di Sanremo.

La spinosa questione, che ha per un momento sviato l’attenzione dell’annoso capitolo nomine (che non si riescono a fare) è la vicenda del conflitto di interessi sollevata da Striscia la notizia per i rapporti tra viale Mazzini e la Mn Italia per curare la promozione di alcuni programmi.

IL GIALLO DEL CONTRATTO RAI CON MN

Il caso nasceva dal fatto che l’attuale capo delle relazioni esterne, Marcello Giannotti, prima di arrivare in Rai chiamato dall’ad Fabrizio Salini lavorava proprio in Mn. Nella stessa giornata di mercoledì, nella sua audizione davanti alla commissione di Vigilanza Rai, lo stesso Salini nel merito aveva risposto un po’ piccato. «O decidiamo di penalizzare la società di provenienza di un manager e le inibiamo dal lavorare con la Rai», ha detto l’ad, «oppure questo è un tema». Coda serale con piccolo giallo: Salini aveva sempre negato che ci fosse un contratto con Mn per Sanremo quando invece la società diceva che stava già cominciando a lavorare al Festival. Il comunicato Rai pilatescamente non dice di aver annullato un contratto, ma probabilmente una richiesta di servirsi di quella società che faceva da preludio al contratto vero e proprio.

CAPITOLO NOMINE VERSO UN NUOVO RINVIO

Insomma, un pasticcio destinato a creare ulteriore imbarazzo. E c’è da scommettere che la questione sarà oggetto di discussione del cda di viale Mazzini convocato alle 10.30 di giovedì 28. Anche perché il tanto atteso capitolo nomine, eccezion fatta forse per il sostituto di Carlo Freccero alla direzione di RaiDue, visti i tanti e tali veti incrociati all’interno della maggioranza di governo, è meglio rinviarlo ancora.

Quello di cui si occupa la rubrica Corridoi lo dice il nome. Una pillola al giorno: notizie, rumors, indiscrezioni, scontri, retroscena su fatti e personaggi del potere.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it