L'ex numero uno di Poste scelto dai giallorossi per negoziare con i franco-indiani sul futuro dell'ex Ilva di Taranto. Il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli: «Manager di valore capace di trattare nell'interesse dello Stato». Da Saipem a Lehman Brothers, passando per il suo super stipendio contestato: la carriera.
Un dirigente di esperienza per negoziare con ArcelorMittal sul futuro dell’ex Ilva di Taranto. La scelta del governo è ricaduta su Francesco Caio, presidente del Consiglio di amministrazione di Saipem ed ex amministratore delegato di Poste italiane. A lui l’incarico di consultente dei giallorossi per trattare con franco-indiani.
Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha confermato a Radio 24: «È un manager italiano di comprovato valore. Ritengo abbia la capacità di trattare nel pieno interesse dello Stato» e questo «potrebbe essere utile al Paese» . In vista dell’incontro di mercoledì 4 dicembre al Mise Patuanelli ha poi spiegato che «ai sindacati illustreremo, insieme all’azienda, l’attuale situazione: stiamo cercando di capire se c’è una soluzione di continuità produttiva, che però non può restare ancorata alle modalità produttive di prima».
Non è la prima volta che Caio lavora per il governo italiano. Nel 2013 fu scelto da Enrico Letta come responsabile dell’agenda digitale. Un’altra collaborazione è datata 2009. Caio ha lavorato per Omnitel, Olivetti, Indesit prima di trasferirsi all’estero con gli incarichi di Ceo di Cable & Wireless e di vice chairman di Nomura e Lehman Brothers. Nel 2014 il suo nome spuntò anche nella partita per Finmeccanica. Ma rimase un’ipotesi.
In quell’anno andò a guidare invece Poste, e nel 2015 fu vittima di una dura contestazione dei suoi dipendenti, tra urla, proteste e insulti. Nel mirino c’era la politica industriale del manager. Quando alla domanda «quanto prende lei?» Caio rispose «guadagno 1 milione e 200 mila euro», si scatenò ulteriormente il parapiglia per quel salario da 100 mila euro al mese contro lo stipendio medio da 1.200 euro di un dipendente di Poste. Con i tarantini, dovesse capitare un confronto, forse è meglio parlare di altro.
Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it