Il primo miliziano a essere rimpatriato è stato un cittadino americano. Erdogan si prepara alla battaglia legale con l'Ue. Nelle prigioni di Ankara ci sono 1.200 terroristi.
La Turchia ha espulso il primo foreign fighter dell’Isis detenuto nelle sue carceri. Si tratta di un cittadino americano, secondo quanto riferito dal portavoce del ministero dell’Interno. Altri sette jihadisti tedeschi del Califfato saranno espulsi giovedì.
PRONTI AL RIMPATRIO ANCHE UN DANESE E UN TEDESCO
«Un terrorista straniero americano è stato espulso dalla Turchia dopo che tutti i passaggi» burocratici «sono stati completati», ha spiegato il portavoce di Ankara, Ismail Catakli. Entro l’11 novembre saranno espulsi anche «un terrorista foreign fighter tedesco» e uno danese, che si trovavano in centri di detenzione per stranieri, ha aggiunto il portavoce, che non ha fornito altre informazioni per identificare i jihadisti.
ERDOGAN PROMETTE L’ESPULSIONE DEI FOREIGN FIGHTER
L’intenzione del governo di Recep Tayyip Erdogan di avviare i rimpatri, anche di miliziani che sono stati privati della cittadinanza dai loro Paesi, era stata anticipata nei giorni scorsi. «Che vi piaccia o no, che ritiriate o no le loro cittadinanze, vi rimanderemo i membri dell’Isis, che sono la vostra gente, vostri cittadini», aveva anticipato il ministro dell’Interno Suleyman Soylu venerdì. Per Ankara è una prima risposta agli alleati Nato, accusati di averle voltato le spalle nell’offensiva contro le milizie curde in Siria, «schierandosi con i terroristi».
IL NODO LEGALE
Non è chiaro come Ankara intenda forzare la mano in caso di mancato accordo con gli Stati di destinazione, visto che diversi accordi internazionali, tra cui la Convenzione di New York del 1961, vietano l’espulsione di apolidi.
I COMBATTENTI DELL’ISIS NELLE PRIGIONI TURCHE
Nelle prigioni turche ci sono 1.200 combattenti dell’Isis, tra cui diversi occidentali ed europei. Non ci sarebbero combattenti italiani. Altri 287 jihadisti del Califfato, in gran parte stranieri, sono stati catturati da Ankara dopo la sua offensiva lanciata il 9 ottobre contro i curdi nel Nord Est della Siria. Dalle ultime informazioni disponibili, i foreign fighter che hanno avuto un legame con l’Italia sarebbero circa 140, di cui una cinquantina morti. Gli italiani e i naturalizzati italiani sarebbero però solo 25 e di questi 4 risultano deceduti e 8 già rientrati in Europa e costantemente monitorati dagli apparati di sicurezza.
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