Mentre la città finisce sommersa, Lega, Forza Italia e e Fratelli d'Italia hanno bocciato gli emendamenti in Regione per contrastare i cambiamenti climatici. Poco prima che anche l'aula consiliare si allagasse. Greenpeace e ambientalisti lanciano l'allarme. Ma c'è chi parla di «terrorismo» e «catastrofismo».
È il surriscalmento globale che ci presenta il conto? L’acqua alta che ha stravolto Venezia ha proiettato l’Italia sulle prime pagine di tutti i media internazionali. Che non hanno esitato a dare la colpa al «cambiamento climatico» per la «marea più alta degli ultimi 50 anni», come per esempio ha titolato in apertura il sito della Bbc, citando le parole del sindaco Luigi Brugnaro che ha parlato di un evento destinato a lasciare «segni indelebili» sulla città.
LA MAGGIORANZA “NEGAZIONISTA” FINISCE COI PIEDI A MOLLO
Eppure, forse anche per la simpatia che una parte politica proprio non riesce a sviluppare nei confronti dell’attivista Greta Thunberg e delle sue lotte ecologiste, nella Regione Veneto la maggioranza composta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia ha appena bocciato gli emendamenti per contrastare i cambiamenti climatici. E da lì a poco, ironia della sorte, l’aula consiliare si è allagata, come ha testimoniato Andrea Zanoni del Partito democratico.
Anche qualcun altro è scettico. Tipo Arrigo Cipriani, 87enne volto storico di Venezia e da anni alla guida dell’Harry’s bar, locale simbolo della Laguna: «Si fa solo del terrorismo climatico senza senso. Nella storia c’è stato il secolo del Rinascimento, questo è il secolo del rimbecillimento», ha detto, parlando di «catastrofismi» che non fanno bene alla città.
MA PER GREENPEACE «NON È SOLO MALTEMPO»
Eppure secondo il responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, Luca Iacoboni, «l’ondata di eventi climatici estremi che ha interessato da Nord a Sud vaste zone dell’Italia non è maltempo, ma la conseguenza della crisi climatica. E quanto accaduto a Venezia non è, purtroppo, altro che un drammatico esempio dell’emergenza che già viviamo ogni giorno sulla nostra pelle».
Il governo per i decenni a venire prevede un massiccio utilizzo del gas, che è parte del problema e non la soluzione
Greenpeace Italia
Greenpeace ha chiesto quindi al governo italiano di «fornire immediatamente supporto alle persone colpite da questi eventi estremi e di lavorare efficacemente sulle cause dei cambiamenti climatici, partendo da un rapido cambiamento dei piani energetici nazionali. In particolare, il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) che il governo sta portando avanti, e che verrà approvato entro la fine del 2019, prevede un massiccio utilizzo del gas per i decenni a venire. Così facendo si aggraverebbe la crisi climatica, perché il gas è parte del problema e non della soluzione, come cercano di far credere governo e grandi aziende del settore».
GLI AMBIENTALISTI: «DECISIONI UMANE SCELLERATE»
Marco Gasparinetti ha parlato invece a nome del Gruppo 24 Aprile, la piattaforma civica impegnata nella difesa ambientale di Venezia. Dicendo che «restare coi piedi per terra è un lusso che a noi è negato, dal cambiamento climatico in corso e da decisioni umane scellerate, dettate da avidità e corruzione. Venezia ha bisogno di scelte coraggiose, di passione contrapposta al cinismo affaristico, di persone integerrime e competenti». E che magari non negano il global warming.
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