Un cavo invisibile, lungo 445 km e adagiato sotto le acque del mare Adriatico. Il progetto è costato 1,1 miliardi di euro ed entrerà in funzione entro la fine dell’anno.
Terna collega per la prima volta i Balcani all’Europa con un elettrodotto invisibile. La società che gestisce la rete elettrica nazionale ha infatti completato un “ponte elettrico” di 445 km tra le stazioni di Cepagatti, in provincia di Pescara, e Lastva, nel comune di Kotor, in Montenegro. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il suo omologo montenegrino, Milo Đukanović, hanno inaugurato lo scorso 15 novembre quella che è considerata un’eccellenza ingegneristica internazionale. «Sono molto orgoglioso di questa importante e innovativa infrastruttura», ha detto l’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, «L’opera costituisce il volano di sviluppo per una serie di opportunità relative alla sicurezza dei sistemi energetici interconnessi e la gestione dei flussi sulla rete elettrica ed è necessaria per la crescita di un mercato elettrico integrato affidabile, efficiente e sostenibile».
ENTRERÀ IN FUNZIONE ENTRO LA FINE DELL’ANNO.
L’infrastruttura in corrente continua entrerà in funzione entro la fine dell’anno, in linea con le tempistiche pianificate. Consentirà ai due Paesi di scambiare elettricità in maniera bidirezionale: inizialmente per una potenza di 600 MW, che diventeranno successivamente 1.200 MW quando sarà realizzato anche il secondo cavo, previsto nei prossimi anni. L’importo complessivo del progetto è stimato in circa 1,1 miliardi di euro. Rappresenta il più lungo collegamento sottomarino in alta tensione mai realizzato da Terna: 423 km sono posati sotto le acque dell’Adriatico, a una profondità massima di 1.215 metri, a cui si aggiungono 22 km di cavo interrato, 16 in Italia (dall’approdo costiero fino alla stazione di Cepagatti) e 6 in Montenegro (da Budva alla stazione di Kotor). Le stazioni elettriche di Cepagatti e Kotor avranno un’ulteriore particolarità, perché dotate del convertitore di elettricità più potente mai realizzato da Terna.
I NUMERI: REALIZZATO IN 5 ANNI, DA 124 IMPRESE.
L’elettrodotto è il risultato del lavoro di anni di tecnici e professionisti altamente qualificati e specializzati: ha coinvolto complessivamente 124 imprese (80 in Italia, il 62% delle quali abruzzesi, e 44 in Montenegro) nei cantieri avviati nel 2012. I cavi sottomarini sono stati collocati sul fondale adriatico attraverso tre distinte campagne di posa, avvenute tra il 2015 e il 2017. Lo scambio bidirezionale dei flussi di elettricità permetterà di diversificare gli approvvigionamenti, rafforzare l’affidabilità, l’efficienza, la sicurezza, la sostenibilità ambientale e la resilienza delle reti elettriche delle due sponde adriatiche e consentirà di sfruttare pienamente il potenziale di produzione da fonti rinnovabili, disponibili sia in Italia che nell’area balcanica.
UN PROGETTO DI RILEVANZA STRATEGICA.
L’interconnessione Italia-Montenegro, frutto di una solida cooperazione bilaterale in ambito energetico sancita dai due accordi intergovernativi firmati tra i Paesi nel 2007 e nel 2010, è considerata di rilevanza strategica per l’integrazione dei mercati elettrici a livello continentale. A tal punto che l’infrastruttura è stata inserita tra i Progetti di Interesse Comune (PCI) dalla Commissione Europea, che nel 2008 ne ha co-finanziato gli studi di fattibilità nel quadro del programma di supporto alle infrastrutture elettriche prioritarie Trans-European Network (TEN) con la banca europea EBRD (European Bank for Reconstruction and Development) che ne ha finanziato l’analisi costi-benefici lato montenegrino. Il progetto porta a 26 le linee di interconnessione con l’estero gestite da Terna e consente all’Italia di rafforzare il ruolo di hub europeo e mediterraneo della trasmissione elettrica. Per il Montenegro e per la regione balcanica si tratta della prima interconnessione in corrente continua e rappresenta un contributo al rafforzamento dell’indipendenza energetica del Paese e dell’intera area.
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