Dopo le ultime rivelazioni delle inchieste, anche il Partito democratico sembrerebbe essersi convinto che la "caducazione" sia l'unica strada.
«Si va verso la revoca delle concessioni autostradali, bisogna togliere a questi signori la concessione il prima possibile dopo che hanno preso i nostri soldi per i pedaggi senza fare la manutenzione delle strutture», ha detto Luigi Di Maio parlando a Radio Anch’io. In prima pagina su Repubblica è uscito intanto un retroscena che vedrebbe anche il Pd ormai deciso a rimettere in discussione le concessioni.
«La novità, dopo le accuse del procuratore di Genova sugli “omessi controlli come filosofia generale” di Aspi, è che anche il Pd pensa sia, alla fine, la soluzione principale. Il premier Giuseppe Conte, che si è riservato l’ultima parola, vacilla», scrive Goffredo De Marchis, «l’altra via esplorata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è quella della “compensazione“. (…) Sulla base di questa parola d’ordine il governo vuole verificare con Aspi un compromesso. I danni alle persone, alle cose e la ricostruzione del ponte di Genova sono un capitolo a parte. Ma Autostrade per l’Italia deve farsi carico di un “risarcimento” non simbolico nei confronti del Paese».
AUTOSTRADE RIFIUTA LA COMPENSAZIONE AD OMNIA
«Come? Bloccando o abbassando le tariffe e prevedendo la gratuità della percorrenza su alcuni tratti delle rete oggi gestiti a pagamento. Al Ministero delle Infrastrutture hanno quantificato il risparmio per i cittadini (e la rinuncia ai profitti per la società) in qualche miliardo di euro. La prima risposta di Autostrade ha lasciato di sasso la ministra De Micheli. Un no secco, senza margini di trattativa (…) La prossima settimana invece è quella buona per avere una risposta definitiva. O ritiro della concessione o compensazione».
Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it