Con Tolo Tolo Checco fa dimenticare Zalone

Il film già campione di incassi più che risate a cuor leggero offre la possibilità di riflettere su noi stessi. E la nuova versione della star della commedia italiana convince.

Con Tolo Tolo Checco Zalone, già campione di incassi (34 milioni fino al weekend dell’Epifania), spiazza chi si aspettava delle risate facili e si è ritrovato davanti a una sferzante critica sociale. Al centro della trama c’è Checco che vive a Spinazzola, in Puglia, e rifiuta il reddito di cittadinanza per aprire un sushi restaurant.

Checco Zalone in una scena di Tolo Tolo.

Dopo il fallimento della sua impresa decide di fuggire dai creditori riparando in Africa dove lavora come cameriere in un resort di lusso e stringe amicizia con Oumar, che sogna di diventare regista e ama il cinema italiano. Quando scoppia la guerra civile i due sono però costretti a emigrare insieme alla bella Idjaba e al piccolo Doudou, intraprendendo un viaggio da clandestini.

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La sceneggiatura scritta insieme a Paolo Virzì non risparmia politica, governo, il fascismo strisciante e l’ipocrisia di una certa stampa. Il tutto lasciando spazio a momenti musicali e onirici che spiazzano ma convincono. Tante, forse troppe, le tematiche che affronta Tolo Tolo. Tuttavia il film scorre veloce verso un finale a sorpresa che obbliga a riflettere su se stessi senza offrire risposte preconfezionate.

Regia: Checco Zalone; genere: commedia (Italia, 2019); attori: Checco Zalone, Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Berya, Nicola Nocella, Alexis Michalik, Antonella Attili, Maurizio Bousso, Gianni D’Addario, Barbara Bouchet.

TOLO TOLO IN PILLOLE

TI PIACERÀ SE: ami i film che fanno riflettere con momenti musicali e onirici.

DEVI EVITARLO SE: cerchi un momento di puro svago e sei un fan di Zalone “prima maniera”.

Con Tolo Tolo Zalone ha battuto i suoi precedenti record di incassi.

CON CHI VEDERLO: anche da soli, per poter farsi un’idea su un film che ha fatto discutere già prima dell’arrivo nelle sale.

PERCHÉ VEDERLO: Per scoprire una nuova versione di Checco Zalone.

LA SCENA MEMORABILE: Il finale a sopresa (niente spoiler!).

LA FRASE CULT: «Non chiedete cosa possa fare il mio Paese per voi: un cazzo, non può fare un cazzo».

Il film è stato scritto con Paolo Virzì.

1. UNA LAVORAZIONE DURATA UN ANNO E MEZZO

La realizzazione del film ha richiesto una lavorazione di circa un anno e mezzo, dalla fase di scrittura a quella delle riprese. Nel film gli eventi si svolgono nel villaggio di Saint-Jacques, luogo immaginario tra Kenia e Senegal, dove prende il via il viaggio dei migranti.

2. UN INCONTRO INASPETTATO SUL SET

Il regista ha scelto uno dei giovanissimi interpreti dopo averlo incontrato in un villaggio. Il ragazzino si era avvicinato alla troupe chiedendo delle caramelle e Zalone lo ha notato per la sua esuberanza. Dopo un provino organizzato su due piedi lo ha scritturato.

3. COSA C’È DIETRO IL BALLO DEI NAUFRAGHI

Commentando la scena del balletto in mare con i naufraghi, la star della comicità italiana ha spiegato di aver preferito abbandonare il realismo per adottare una dimensione onirica in grado di trasmettere un’idea di fratellanza e speranza.

Nel film Zalone è costretto a intraprendere un viaggio della speranza con altri migranti.

4. LA COLLABORAZIONE CON VIRZÌ

Paolo Virzì, co-sceneggiatore, voleva raccontare la storia di un italiano che è costretto a compiere il viaggio insieme ai migranti, vivendo in prima persona una odissea di cui troppo spesso si parla senza comprendere davvero cosa comporti.

5. DA SORDI A BENIGNI: I PUNTI DI RIFERIMENTO DI ZALONE

 Tra le fonti di ispirazione del regista e attore ci sono Alberto Sordi e Roberto Benigni, senza dimenticare Totò. Un altro mito di Zalone è Adriano Celentano, del quale il regista ha visto tutti i film.

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