L'ex ministra della Difesa si difende sulla vicenda della casa di Roma assegnata al marito militare: «Ho spiegato a Luigi che è tutto regolare». Ma il leader del M5s insiste: «Inaccettabile, è bene che ora la lasci. Questa storia fa arrabbiare i cittadini».
L’ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, si difende sulla vicenda della casa a Roma ottenuta quando faceva parte del governo e riassegnata al marito militare, il capitano maggiore dell’esercito Claudio Passarelli.
Secondo il Corriere della Sera, che per primo ha dato la notizia, il grado di Passarelli non giustificherebbe l’assegnazione di un appartamento di primo livello, come quello in questione. La casa si trova a San Giovanni, zona centrale della Capitale, ma la coppia risulta già titolare di un’altra abitazione al Pigneto, sempre a Roma.
Il 18 novembre anche il leader del M5s, Luigi Di Maio, ha attaccato pubblicamente l’ex ministra della Difesa ai microfoni di Rtl: «Questa cosa dal mio punto di vista non è accettabile. Trenta ha smesso di fare la ministra due mesi fa e ha avuto il tempo per lasciare la casa, è bene che ora la lasci. Se il marito in quanto militare ha diritto a un alloggio, può fare domanda e lo otterrà. Ma questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi, perché noi siamo quelli che si tagliano gli stipendi».
L’EX MINISTRA NON MOLLA
Intervistata sempre dal Corriere della Sera, Trenta non sembra però intenzionata a mollare: «Sono molto arrabbiata. Questa storia mi porterà dei danni. È evidente che ormai sono sotto attacco». A suo giudizio, la casa romana al centro delle polemiche «ormai è stata assegnata a mio marito e in maniera regolare, per quale motivo dovrebbe lasciarla?».
VITA NUOVA, CASA NUOVA
«Non credo proprio che si tratti di un privilegio», prosegue Trenta, «perché io l’appartamento lo pago e lo pago pure abbastanza». Quanto alle caratteristiche della casa, il prestigio sarebbe in qualche modo “giustificato” dal fatto che oggi la famiglia Trenta fa una vita «completamente diversa», una vita «di relazioni» e «di incontri» che evidentemente, in base al suo ragionamento, necessitano di spazi ampi, altrimenti inadeguati.
TRENTA DECISA A RESTARE, ANCHE NEL M5S
La presa di posizione di Di Maio non pare preoccupare l’ex ministra: «Gli ho spiegato che tutto è stato fatto correttamente, quando l’incarico di mio marito sarà terminato lasceremo la casa». Lei stessa resterà nel M5s? Anche su questo punto, Trenta è sicura: «Ho chiesto di essere una dei 12 facilitatori. Ci rimarrò di sicuro».
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