Secondo la procura di Paola, anziché lavorare all'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza passava ore ed ore al bar. Sospesi altri tre dipendenti, accusati di complicità.
Più di 650 ore di assenze ingiustificate dal posto di lavoro all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Per questo motivo, con l’accusa di truffa aggravata, è stato arrestato Gennaro Licursi, sindaco di Scalea, rinomata località turistica affacciata sul Tirreno calabrese. Altri tre dipendenti della stessa Azienda sanitaria sono stati sospesi, perché ritenuti suoi complici.
L’operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto del primo cittadino, coordinata dal procuratore di Paola Pierpaolo Bruni, è stata ribattezzata “Ghost work”, lavoro fantasma. Le Fiamme Gialle hanno eseguito anche un sequestro di beni per un valore di 12 mila euro. Le indagini hanno portato alla luce quello che secondo gli inquirenti era «un radicato e consolidato meccanismo» illecito, che avrebbe permesso al sindaco di «assentarsi senza alcuna giustificazione dal luogo di lavoro».
Licursi, secondo l’accusa, una volta timbrato il cartellino «lasciava l’ufficio e si dedicava allo svolgimento di quotidiane attività di natura personale. Sovente attestava falsamente di essersi recato in missione per conto dell’ufficio, occupandosi anche in questo caso di questioni non attinenti al servizio». Mentre i tre colleghi accusati di complicità «attestavano che le missioni si erano svolte regolarmente».
Le riprese di telecamere nascoste, le analisi dei tabulati telefonici e un’accurata attività di pedinamento hanno permesso di ricostruire «la marcata disinvoltura con la quale gli indagati hanno agito», rendendo necessario il provvedimento cautelare. In molte circostanze il sindaco Licursi, anziché lavorare, avrebbe passato ore ed ore al bar.
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