Le condizioni dei soldati italiani impegnati in Iraq

Sono circa mille i nostri connazionali attivi sul territorio. Di questi 400 nella base di Erbil. Nessun ferito dopo l'attacco di Teheran. Di Maio, Guerini e Conte esprimono vicinanza. Ma il governo non decide sull'eventuale ritiro. Mentre Berlino valuta un parziale disimpegno.

Sono tutti in salvo i soldati italiani di stanza a Erbil dopo l’attacco contro la base di Ayn al-Asad in Iraq che ospita militari americani. Proprio a Erbil si trova una parte consistente dei circa mille nostri connzionali attualmente presenti in varie località dell’Iraq. Che per ora, a differenza di altri Paesi, l’Italia non sembra intenzionata a ritirare.

ADDESTRAMENTO DEI PESHMERGA CURDI

In particolare, dal 2015 è attiva la task force Land composta da militari dell’esercito che hanno compiti di addestramento dei peshmerga, le forze di sicurezza curde. Il personale si è radunato in un’area di sicurezza dopo l’attacco. I militari italiani risultano tutti illesi e si sono rifugiati in appositi bunker.

SONO 400 I NOSTRI MILITARI A ERBIL

I militari italiani presenti a Erbil sarebbero al momento circa 400, di cui 120 istruttori. Nessuno, è stato ribadito anche dallo Stato maggiore della Difesa, ha subito conseguenze: «Al momento dell’attacco sono state messe in atto tutte le procedure di contingenza tese alla salvaguardia della sicurezza dei soldati dislocati nell’area».

COMANDO ALTERNATO TRA ITALIA E GERMANIA

La task force land è inquadrata nel Kurdistan training coordination center (Ktcc), il cui comando è attribuito alternativamente per un semestre all’Italia e alla Germania: a esso contribuiscono nove nazioni, con propri addestratori (Italia, Germania, Olanda, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna, Ungheria, Slovenia e Turchia). Gli istruttori militari italiani addestrano i peshmerga in varie discipline: dalla formazione basica di fanteria all’uso dei mortai e dell’artiglieria, dal primo soccorso alla bonifica degli ordigni improvvisati.

IL RINGRAZIAMENTO DEL GOVERNO AI SOLDATI

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dedicato un pensiero ai soldati: «In queste ore difficili esprimo a nome del governo tutta la mia vicinanza ai nostri militari e li ringrazio». Il titolare della Difesa Lorenzo Guerini ha detto che «la loro sicurezza è la priorità assoluta». E il premier Giuseppe Conte si è espresso con un tweet.

LA GERMANIA VALUTA UN RITIRO PARZIALE DEGLI UOMINI

Al di là delle dichiarazioni di vicinanza, il governo italiano non ha preso decisioni sul futuro dei soldati. La Germania invece sta valutando l’eventualità di ritirare parte dei militari dell’esercito proprio da Erbil. Lo ha detto un portavoce del ministero della Difesa tedesca, in conferenza stampa a Berlino: «Stiamo verificando l’opzione di un parziale ritiro». La portavoce ha spiegato che a Erbil sono stazionati per lo più «militari addetti alla formazione», e al momento questo tipo di attività è sospesa sul posto. Già il 7 gennaio erano stati trasferiti soldati tedeschi, operativi nelle basi dell’Iraq centrale, in Giordania e Kuwait. «Il ritiro dei soldati non avviene per decisione politica del governo tedesco», ha poi chiarito un portavoce del ministero degli Esteri, «ma si tratta di misure per la sicurezza dei soldati decise insieme agli alleati».

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