Le Sardine invadono Palermo: migliaia di persone in piazza

In 4 mila al grido di «Populisti, la festa è finita». Tra i manifestanti anche il sindaco Orlando.

Una piazza piena, non solo di giovani, e un messaggio ripetuto: «Populisti, la festa è finita». Lo grida, davanti al teatro Massimo a oltre 4 mila persone, Chiara Puccio, una delle sardine sbarcate a Palermo. Questo è l’esordio del movimento in Sicilia che dice basta alla comunicazione politica aggressiva. «Avete rovesciato odio e bugie, mescolando verità e menzogne», incalza Chiara. «Ma ora la corda, troppo tesa, si è spezzata. Non c’è bisogno che venite a liberarci. Siamo noi a doverci liberare della vostra presenza ossessiva». La piazza applaude. Una ragazza alza un cartello che sul filo dell’ironia proclama: «Sarda si nasce e io siculamente lo nacqui». Il movimento non caccia indietro la politica ma con Leandro Spilla attacca quella che in tivù espone il suo volto peggiore della rissa e dello scontro. «Noi reclamiamo la politica del confronto vero e dei valori. E siamo qui per dire che consideriamo la diversità una ricchezza. Finora c’è stata una narrazione aggressiva. Invece abbiamo bisogno di una politica che sappia prima di tutto ascoltare le ragioni degli altri».

IN PIAZZA SULLE NOTE DI BELLA CIAO

Davanti alla scalinata del teatro si stringono giovani, signore, professionisti, studenti. Gli organizzatori parlano di quasi 10 mila manifestanti. Di certo la piazza davanti al Teatro Massimo è gremita di persone. Confusi tra la folla anche il sindaco Leoluca Orlando e il suo vice Fabio Giambrone; la mattina del 22 novembre l’amministrazione comunale aveva annunciato la propria adesione. Ma i promotori, anche a Palermo, hanno voluto tenere fuori simboli di partito. Si vede solo qualche piccola bandiera arcobaleno, molte sardine disegnate. Uno alza la voce: «Siamo tanti, siamo più forti di loro». Dopo l’attacco ai populisti, dal megafono gracchiante Chiara Puccio mette sotto accusa i social, strumento della «comunicazione vuota» e pieni di insulti. «Avete distrutto la vita delle persone, ci avete intimidito, ma ora ci siamo svegliati». Da qui l’invito che scalda le sardine: «Usciamo dai social, ritroviamoci nelle piazze». E alla fine tutti a cantare Bella ciao. Senza coordinamento musicale ma con tanto ardore.

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